Draghi dice che stop a gas russo non è sul tavolo: “Se cessa import abbiamo scorte fino a ottobre”
Dopo l'annuncio dell'ultimo pacchetto di sanzioni, comunicato ieri dalla Commissione europea, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che l'ipotesi di estendere le sanzioni contro la Russia anche al gas non è sul tavolo. "Non è un'ipotesi al momento in discussione, ma la situazione" è in continuo mutamento e "gli eventi ci hanno sorpreso. Sembra che i massacri di bambini aumentino costantemente. Questo spinge a prendere sanzioni sempre più severe. Oggi l'embargo del gas non è ancora e non so se sarà mai sul tavolo", ha detto durante la conferenza stampa, tenuta insieme al ministro dell'Economia Franco, dopo l'approvazione del Def.
"Tutti i Paesi alleati si chiedono che cosa si può fare per far smettere la Russia" di proseguire il conflitto in Ucraina, "è una situazione è in divenire", afferma il premier, "andiamo con quello che decide l'Unione europea".
Draghi ha risposto anche a una domanda del Fatto Quotidiano sulla posizione che il governo italiano intende assumere, di fronte a un eventuale blocco dell'import di petrolio e gas dalla Russia, alla luce del fatto che la Germania si è già espressa pronunciata formalmente sul punto. "Noi andiamo con quello che decide l'Ue. Se ci propongono l'embargo sul gas, se l'Unione europea è uniforme, noi saremo contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più efficace per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Cosa preferiamo? La pace oppure star tranquilli con il termosifone acceso o con l'aria condizionata accesa per tutta l'estate? Io la metterei in questi termini, questa è la domanda che ci dobbiamo porre". Draghi ha posto una contro-domanda, ma non ha chiarito esplicitamente la linea dell'Italia, limitandosi a dire che in ogni caso seguirà l'Unione europea.
Nel caso ci fosse uno stop delle forniture dalla Russia Draghi ha assicurato che ci sarebbero scorte fino all'autunno, anche se un piano per la gestione dei razionamenti energetici ancora non c'è: "Non c'è niente di tutto questo, è ancora presto. Se dovessero cessare le forniture oggi, fino a ottobre saremmo coperti dalle nostre riserve. Le conseguenze non le vedremmo fino all'autunno".