Draghi dice che non è disponibile a un secondo mandato da Presidente del Consiglio
Non ci sarà un Draghi bis. Non è sicuramente la prima volta che Draghi lo dice ma questa volta la dichiarazione, a dieci giorni dal voto, assume un significato ancora più profondo: il presidente del Consiglio non è disponibile a un secondo mandato. Durante la conferenza stampa per la presentazione del decreto Aiuti ter, all'ennesima domanda diretta di una giornalista sulla possibilità che possa rimanere a Palazzo Chigi dopo il voto del 25 settembre ha risposto con un secco "No".
Certo, sarebbe stata irrituale una risposta differente, l'affermazione di una volontà di restare alla guida dell'esecutivo, visto che la nomina del presidente del Consiglio spetta solo al Presidente della Repubblica. Ma in questa campagna elettorale la figura di Draghi è stata sventolata come un vessillo, soprattutto dal Terzo Polo, che ha fatto proprio dell"Agenda Draghi' – espressione su cui lo stesso ex presidente Bce nutre più di qualche dubbio, arrivando a dichiarare che "non esiste" – il centro della propria proposta politica. Senza però mai sondare un'eventuale disponibilità.
Lo stesso Enrico Letta, pur avendo smesso nelle ultime settimane di rievocare la fantomatica ‘Agenda Draghi', ha assicurato che Mario Draghi avrà comunque un qualche ruolo nel futuro dell'Italia (senza però specificare quale). Ora il presidente del Consiglio si trova ancora una volta costretto a spegnere le aspettative delle forze politiche che lo sostengono, e che avrebbero voluto continuare quest'esperienza di governo fino alla fine naturale di questa legislatura. Un messaggio chiaro rivolto soprattutto a Matteo Renzi e Carlo Calenda, che però si limitano a commentare così: "La nostra proposta rimane la stessa governo di unità nazionale con Agenda Draghi e possibilmente con Draghi stesso, che altro non poteva dire come è ovvio. Non si capisce invece con chi voglia governare Letta. Non con i suoi alleati, non con i 5S. Quello al PD è un voto buttato proprio perché non è in grado di fare una proposta di governo al Paese".
Una replica alle parole fatte filtrare dal Nazareno: "Con il no di Draghi a qualsiasi proposta di Draghi Bis, ora è ancora più chiaro: la proposta di Calenda e Renzi non esiste. Se non nel loro suggestivo mondo immaginario".
"Finalmente finiranno di tirarlo per la giacca a fini elettorali. Con le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi speriamo, infatti, finisca la strumentalizzazione della sua figura portata avanti in questa campagna elettorale da Renzi e Calenda. Sarebbe un segnale di rispetto verso una personalità di così alto profilo, anche sul piano internazionale, che ha guidato con saggezza il nostro Paese in un momento difficile e complicato", ha attaccato invece Maurizio Lupi, capo politico di Noi Moderati.
"‘Se voti Renzi e Calenda voti Draghi' dicevano per prendere qualche voto in più. Ma evidentemente si erano dimenticati di dirlo a Draghi, che oggi ha chiarito una volta per tutte di non voler fare più il premier. Direi che per qualcuno la campagna elettorale/telenovela finisce qui". Lo scrive su Twitter Giovanni Toti di Noi Moderati.
"Adesso precipiteranno nello sconforto tutti coloro i quali hanno come unico programma l'agenda Draghi – ha detto ironicamente il leader pentastellato Giuseppe Conte da Siracusa – L'interessato ha già confermato che non è disponibile: cosa faranno?".
"Ma secondo voi Draghi che cosa deve dire ? Sono a disposizione? Fa benissimo a non entrare in campagna elettorale , voglio però fare i complimenti al Pd per l'entusiasmo che mette nell'ipotesi che Draghi torni al governo e voglio ricordare che è quello stesso partito che quando c'era da scegliere tra Conte e l'attuale premier andava in giro a dire ‘Conte o morte'. Sappiamo tutti che la differenza la farà ,e l'ha fatta, solo la chiamata di Mattarella. Se la Meloni non riuscisse ad avere i numeri per governare toccherebbe al presidente della Repubblica indicare un premier ", ha detto il leader di Iv Matteo Renzi presentando "Il Mostro" a Pordenone.