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Guerra in Ucraina

Draghi dice che al momento non c’è alcun dialogo con la Russia per fermare la guerra

Draghi, nella sua replica al Senato, si è mostrato pessimista rispetto ai colloqui e alle trattative di pace in Ucraina: “Alla fine da tutto ciò si esce con la pace e per arrivarci ci vuole il dialogo, ma ho l’impressione che questo non sia il momento”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il presidente Draghi è intervenuto nuovamente al Senato per la replica, dopo una breve discussione seguita al suo discorso di questa mattina sulla guerra tra Russia e Ucraina: "Quando ci sono grossi cambiamenti, e quello che stiamo vivendo è più di questo, entriamo in un periodo completamente diverso rispetto a tutto ciò che è stato finora. Non è il momento di fare i conti con sé stessi e con gli altri. È il momento di fare i conti con la storia, che tolti gli ultimi 80 anni è storia di guerre, massacri, tirannie e dittatori – ha detto Draghi – È questa la storia che sta entrando nel nostro presente e futuro. È con questa storia che bisogna fare i conti. Il passato è utile perché migliora la consapevolezza, ma è inutile se ci divide. Abbiamo davanti qualcosa che ci deve unire. È una battaglia perché il futuro dei figli sia conservato come il nostro passato di pace e libertà".

"Quando ci sono questi momenti di grandi cambiamenti, di grandissimi contrasti, la reazione è necessaria, ma occorre essere attenti, fare in modo che la reazione non cambi i nostri valori – ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio – Altrimenti vince l’avversario. Tra questi ci sono libertà, democrazia, pace, ma anche le decisioni che abbiamo preso recentemente per combattere il cambiamento climatico, c’è la transizione ecologica da difendere. Quando parliamo di energia dobbiamo capire che è un momento, ma non cambia la strategia per il futuro".

Poi si è rivolto direttamente a chi dice che ci vuole più Europa: "Quello che è cambiato oggi è che c’è più Europa, la risposta è stata pronta, rapida, forte e unita. Questo è il cambiamento rispetto all’atteggiamento velleitario degli ultimi decenni – ha sottolineato – Ci vedevamo impotenti e divisi, anche Putin, e si è sbagliato. Siamo pronti a reagire e a ribattere. Non lo facciamo per difendere un nostro espansionismo aggressivo, ma per difendere i nostri valori".

Quanto alla ripresa del dialogo, Draghi si è mostrato molto pessimista: "Ho sperato fino alla fine che si potesse evitare questa mostruosità, ma non ci siamo riusciti. In parte perché era tutto stato premeditato da tanto tempo – ha spiegato – Certo, bisogna pensare che alla fine da tutto ciò si esce con la pace e per arrivarci ci vuole il dialogo". Ma "ho l’impressione che questo non sia il momento. Avete visto i tentativi del presidente Macron, con dichiarazioni che vengono smentite da fonte russa – ha concluso – Per questo occorre tenere l’attenzione vigile, afferrare quel momento quando si presenta. Noi restiamo pronti".

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