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Guerra in Ucraina

Draghi chiede una risoluzione delle Nazioni Unite per sbloccare la crisi del grano in Ucraina

Per sbloccare la crisi del grano secondo il premier è necessario un intervento dell’Onu per sminare i porti ucraini e garantire l’uscita delle navi in sicurezza, così da svuotare i magazzini di Kiev.
A cura di Giacomo Andreoli
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Un intervento dell'Onu dopo che ogni altro tentativo è andato male. Il premier Mario Draghi chiede alle Nazioni Unite di farsi carico della crisi del grano, che rischia di avere effetti devastanti sull'economia del cibo a livello internazionale, a partire dall'Africa. "Dopo vari tentativi falliti – ha spiegato parlando al Senato prima del Consiglio europeo di domani e dopodomaninon vedo alternativa a una risoluzione delle Nazioni Unite che definisca i tempi di questa operazione e dove l’Onu garantisca sotto la propria egida la sua esecuzione".

L'obiettivo è svuotare i silos nei porti ucraini, con 25 milioni di tonnellate di grano bloccate: quindi si punta a sminare gli stessi porti e garantire l'uscita delle navi in sicurezza. Intanto, come confermato ieri da Draghi, le proiezioni fornite dall'Ucraina indicano che la produzione di cereali potrebbe calare tra il 40% e il 50% rispetto all'anno scorso. "Dobbiamo liberare le scorte che sono in magazzino – ha detto convinto il premier- in modo da sbloccare le forniture per i Paesi destinatari e fare spazio al nuovo raccolto che arriverà a settembre".

Intanto recenti bombardamenti russi hanno distrutto il magazzino di uno dei più grandi terminali agricoli dell'Ucraina, nel porto di Mykolaiv, che secondo le autorità di Kiev conteneva tra 250 e 300 mila tonnellate di cereali. La Turchia di Erdogan, intanto, continua a porsi come mediatore tra Russia e Ucraina. Settimana prossima, a Instanbul, ci sarà un nuovo incontro proprio sulla crisi del grano, mentre è stata creata una linea telefonica tra i ministeri della Difesa turco, russo e ucraino, gestito da alti militari delle tre nazioni, per tentare di sminare l'Ovest del Mar Nero e far partire le partite di sementi via nave verso il Sud.

E in tutto ciò in Italia gli effetti della crisi si fanno sentire, nel carrello della spesa e non solo. Meno grano e a prezzi più alti significano crisi del mercato dei cereali e dunque pesanti riflessi sull'industria molitoria nazionale (composta da chi macina i vari cereali per produrre la farina). L'incremento dei costi di produzione per questo settore industriale è violento, visto che materie prime agricole ed energetiche ne rappresentano circa l'80%.

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