Draghi avverte: “Blocco export grano dall’Ucraina rischia di causare crisi alimentare straordinaria”
"Il blocco delle esportazioni di grano dall'Ucraina rischia di provocare una crisi alimentare, che a sua volta può produrre instabilità politica, ma soprattutto provocare una crisi umanitaria di proporzioni straordinarie": lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando all'evento "Verso Sud", oggi a Sorrento. "L'Italia intende continuare a essere in prima linea per costruire un futuro di pace e di prosperità in tutta la regione mediterranea. Intendiamo investire da subito nella sicurezza alimentare, insieme al resto dell'Unione Europea, per rafforzare e rendere più integrate le catene di approvvigionamento", ha aggiunto.
Il rischio di una crisi alimentare imponente non è l'unica conseguenza a livello internazionale provocata dalla guerra in Ucraina. C'è chiaramente anche il tema energetico. "La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo. L’Italia si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas – e intende continuare a farlo. Allo stesso tempo, acceleriamo lo sviluppo dell’energia rinnovabile, per migliorare la sostenibilità del nostro modello produttivo. I Paesi della sponda Sud del Mediterraneo sono un partner naturale su entrambi questi fronti", ha sottolineato Draghi, ribadendo la necessità di rafforzare la cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo nella politica energetica. Per poi citare, come esempio di questo partenariato, l'accordo recentemente stretto con l'Algeria per le forniture di gas al nostro Paese, in modo da tagliare i rapporti di dipendenza dalla Russia.
Il presidente del Consiglio è recentemente tornato da una visita negli Stati Uniti che ha creato qualche turbolenza in maggioranza, vista la posizione del presidente Joe Biden rispetto alla strategia occidentale nel sostegno all'Ucraina. Ieri, in sede del Consiglio dei ministri, Draghi ha aggiornato il governo su quanto discusso a Washington, assicurando che saranno gli ucraini a dettare le regole per la pace e che questa non verrà in alcun modo imposta dagli alleati internazionali.