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Draghi attacca Orban su legge contro i gay: “Spetta a Ue stabilire se Ungheria viola i trattati”

Durante il dibattito nel Consiglio Europeo sulla legge approvata dall’Ungheria sui contenuti Lgbt per i minorenni ,Il presidente del Consiglio Draghi attacca il premier ungherese Viktor Orban, ricordandogli l’Articolo 2 del Trattato Ue: “Spetta alla Commissione stabilire se l’Ungheria viola o no il Trattato”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Durante il dibattito nel Consiglio Europeo centrato sulla legge approvata dall'Ungheria per bloccare i contenuti Lgbt per i minorenni, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricordato al primo ministro magiaro Viktor Orban che cosa prevedono i trattati che Budapest ha firmato entrando nell'Ue, e che è tenuta a rispettare. L'articolo 2 del Tue, ha detto Draghi secondo quanto riferiscono fonti italiane, esiste per un motivo ben preciso: l'Europa ha una lunga storia di oppressione dei diritti umani.

"Questo trattato, sottoscritto anche dall'Ungheria, è lo stesso che nomina la Commissione guardiana del Trattato stesso" ha detto Draghi rivolto a Orban, sottolineando poi che "spetta alla Commissione stabilire se l'Ungheria viola o no il Trattato". Secondo l'articolo 2, l'Unione europea "si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze". Questi valori, prosegue l'articolo, "sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini".

Il tema della legge dell'Ungheria è al centro di forti tensioni politiche e la pressione dei leader sul premier sovranista Viktor Orban è molto forte. Il premier olandese, Mark Rutte ha posto sul tavolo il tema: "Secondo me, non c'è più posto nell'Ue per l'Ungheria" dopo quella legge, ha detto prima dell'avvio dei lavori del vertice.

"Ma non sono l'unico a deciderlo, ce ne sono altri ventisei leader", ha spiegato. Per Rutte non ci sono alternative: "Orban abroghi la legge oppure lasci l'Unione".

"L'Ungheria non vuole uscire dall'Ue, al contrario, vogliamo salvarla dagli ipocriti", ha replicato la ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, secondo cui la dichiarazione di Rutte "altro non è che un nuovo episodio nella serie di ricatti politici". 17 leader, tra cui Merkel, Macron e Draghi hanno firmato una lettera in difesa dei diritti Lgtbi. Orban ha detto molto chiaramente che non intende ritirare la legge: "Bisogna leggere prima di criticare", ha detto, annunciando che non ci sarà nessuna retromarcia. "La legge è già in vigore", ha ribadito.

Cosa è stato deciso al Consiglio Ue sui migranti

Più cooperazione con i Paesi di origine e di transito facendo uso di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili e in collaborazione con l'Unhcr (l'Alto commissariato Onu per i rifugiati) e l'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim). È quanto è stato deciso dal Consiglio europeo sul controllo del flusso dei Migranti. "Il Consiglio europeo ha discusso della situazione migratoria sulle varie rotte. Sebbene le misure adottate dall'Unione europea e dagli Stati membri abbiano ridotto i flussi irregolari complessivi negli ultimi anni, gli sviluppi su alcune rotte destano serie preoccupazioni e richiedono una vigilanza continua e un'azione urgente", si legge nelle conclusioni,

"Al fine di prevenire la perdita di vite umane e ridurre la pressione sui confini europei, saranno intensificati i partenariati e la cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i Paesi di origine e di transito, come parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea. L'approccio sarà pragmatico, flessibile e su misura, farà un uso coordinato, come Team Europe, di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili dell'Ue e degli Stati membri e si svolgerà in stretta collaborazione con l'Unhcr e l'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim)", hanno scritto i leader.

Nel corso del dibattito sul dossier migranti il presidente Charles Michel ha chiesto per prima cosa al premier Mario Draghi se intendesse intervenire sul tema, o se invece potessero essere approvate le conclusioni cosi' come erano state predisposte. Draghi, a quanto si apprende, ha detto che non aveva nulla da aggiungere a meno che non vi fossero richieste di emendamenti. La proposta è stata quindi approvata immediatamente.

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