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Guerra in Ucraina

Draghi a Kiev: “Vogliamo la pace ma l’Ucraina deve difendersi, qui ho sentito orrore e speranza”

Il presidente del Consiglio, in visita in Ucraina insieme a Scholz e Macron, spiega in conferenza stampa: “Vogliamo la pace, ma Kiev deve difendersi e decidere che pace vuole”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Il messaggio più importante della nostra visita è che l'Italia vuole l'Ucraina nell'Ue, vuole che abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo". Con queste parole, in conferenza stampa da Kiev, il presidente del Consiglio Mario Draghi conferma la linea italiana sull'ingresso del Paese sotto attacco nell'Unione. Certo, però, "Zelensky sa che è una strada da percorrere, non solo un passo", spiega ancora Draghi durante il punto stampa condiviso con gli altri leader europei in visita con lui nella capitale ucraina. "A Irpin ho sentito orrore e speranza, speranza per la ricostruzione e per il futuro – continua il presidente del Consiglio – Noi oggi siamo qui per questo, per aiutare l'Ucraina a ricostruire il suo futuro".

Poi Draghi ribadisce ancora una volta il suo concetto di negoziato: "Vogliamo la pace, ma l'Ucraina deve difendersi ed è l'Ucraina a dover scegliere la pace che vuole, quella che ritiene accettabile per il suo popolo. Solo così può essere una pace duratura". Certo non si potranno dimenticare gli orrori della guerra: "Abbiamo visto le atrocità commesse dalla Russia in questa guerra a Irpin che condanniamo senza esitazioni – sottolinea il presidente del Consiglio – Diamo il nostro completo sostegno alle indagini sui crimini di guerra".

Al fianco del cancelliere tedesco Scholz e del presidente francese Macron, Draghi parla anche della crisi del grano: "Ci sono due settimane per sminare i porti – ricorda – Il raccolto arriverà alla fine di settembre e una serie di scadenze sempre più urgenti ci avvicinano al dramma inesorabilmente". Perciò "occorre creare corridoi sicuri con la massima urgenza per il trasporto sicuro per il grano ed evitare una catastrofe – insiste – L'unico modo è una risoluzione dell'Onu che regoli la navigazione nel Mar Nero, la Russi finora lo ha rifiutato".

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