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Covid 19

Dpcm fase 2, insoddisfatti Pd e Iv su ristorazione e messe. Salvini annuncia protesta in piazza

Polemiche per il nuovo dpcm firmato dal premier Conte per la fase 2 dell’emergenza coronavirus: il tema caldo è quello delle messe. Pd e Iv sono d’accordo con la Cei, che tuona: “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”. Salvini annuncia manifestazione: “Torniamo nelle nostre strade e nelle nostre piazze, rispettando limiti e regole, ma c’è di mezzo il futuro e la libertà”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la conferenza stampa tenuta ieri sera il presidente del Consiglio Conte ha firmato il nuovo dpcm, che contiene le misure per la fase due dell'emergenza Covid-19. Si apre il periodo in cui gli italiani dovranno convivere con il virus, e non si sa ancora quanto sarà lunga questa fase. Ci sarà, dal 4 maggio, un primo allentamento del lockdown, con la ripartenza, graduale e scaglionata, delle attività produttive.

La circolazione dei cittadini resta comunque limitata alla Regione di residenza, salvo per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. All'interno della propria Regione sarà però possibile far visita ai parenti, sempre con autocertificazione, rispettando il distanziamento sociale e indossando i dispositivi di sicurezza.

I funerali, che in questo momento sono vietati, dal 4 maggio potranno di nuovo essere celebrati, ma con un massimo di 15 partecipanti. Mentre per le messe non c'è stato alcun via libera: "Sul tema c'è stata una fitta interlocuzione con il comitato tecnico-scientifico, che non ha nascosto la propria rigidità", ha spiegato Conte nel suo intervento. Ed è questa la decisione più contestata. "I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l'esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale", scrive la Cei in una nota.

Il Pd dà ragione ai Vescovi: "Credo che l'ammonimento dei Vescovi italiani sia corretto. Non poter individuare ipotesi che prevedano il distanziamento sociale ma permettano le funzioni religiose sembra incomprensibile. Spero che il governo ci metta più attenzione", commenta il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci, su Facebook. E aggiunge: "Poi le chiusure di ristoranti e bar per un altro mese possono creare condizioni di non riapertura. C'e il rischio che si disperda un patrimonio nazionale enorme e non più ricreabile. Ci vuole un intervento più deciso. Ovunque si possa mantenere distanziamento sociale dobbiamo cercare di aprire. In questo modo, si rischia di restare fermi".

Gli fa eco il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio: "Credo sia giusto raccogliere la sollecitazione della Conferenza episcopale e rivedere il divieto per le funzioni religiose anche dopo il 4 maggio. Attraverso la collaborazione sarà sicuramente possibile consentire la partecipazione dei fedeli alle funzioni nel pieno rispetto del distanziamento e della cautela necessaria". 

La stessa ministra della Famiglia Elena Bonetti interviene con un tweet: "In sicurezza si potrà visitare un museo ma non si può celebrare una funzione religiosa? Questa decisione è incomprensibile. Va cambiata".

Poco dopo da Palazzo Chigi arriva un chiarimento per distendere gli animi: "La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della Cei e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal presidente Conte. Già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza". 

Insoddisfatta anche Italia Viva, sia sul calendario delle riaperture, in particolare del settore della ristorazione, sia sulle funzioni religiose, come sottolineato anche dalla ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova.

Sul nuovo dpcm è durissima la Lega: "Ci stanno fregando, fateci uscire", afferma Matteo Salvini, che preannuncia per il 1 maggio un piano sulla fase 2 stilato dal suo partito e, rilancia, "se sarà necessario perché non ci ascoltano o non vi ascoltano ci faremo anche vedere e sentire, compostamente, fuori dai social. È un mese e mezzo che ci tengono a discutere sul computer. Torniamo nelle nostre strade e nelle nostre piazze, rispettando limiti e regole, ma c'è di mezzo il futuro e la libertà".

"In Italia ci sono 8 mila oratori – sottolinea Salvini – quelli che possono garantire distanze, sicurezza, mascherine, possono riaprire le porte a bimbi e bimbe, aiutando i genitori che devono lavorare con le scuole chiuse? Riaprire centri estivi, campi scout, parrocchie e oratori, che non vedono l'ora di dare una mano agli italiani in difficoltà".

Critica anche Giorgia Meloni: "Conte ci dice che la fase 2 non ci sarà, che sarà identica alla fase uno. Io non condivido la scelta di aprire per settori, facendo morire per decreto interi settori". E ancora: "Abbiamo accettato tutto, di stare dentro casa e chiudere i negozi, ma oggi non si può dire: se sei di quel settore sei morto, se sei dell'altro puoi aprire. Chi può rispettare le prescrizioni apra, chi non può venga aiutato dallo Stato".

Il numero due di Forza Italia Antonio Tajani attacca: "Regna sovrana la confusione a Palazzo Chigi sulla ripartenza il 4maggio. Non sarebbe stato più utile avere nelle Task force meno professori e più imprenditori?", scrive su Twitter, dove condivide anche il messaggio di un prete amico: "‘Fateci celebrare la Messa!' Credo abbia ragione", conclude Tajani.

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