Dove sarà vietato fumare all’aperto: tutte le regole su parchi, dehors e fermate dei bus
È arrivata la bozza del provvedimento annunciato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, già alcune settimane fa: stop al fumo all'aperto, in determinati casi. Trattandosi di una bozza, anticipata dalla Stampa, potrebbero arrivare prossimamente delle modifiche per smorzare le regole più stringenti. Per ora, però, il testo ha delle linee molto precise.
Tutti i divieti valgono anche per le sigarette elettroniche
Innanzitutto, la norma – che potrebbe diventare un decreto oppure passare prima dal Parlamento – mette ordine nei divieti sul fumo al chiuso. Non potranno esistere le ‘sale fumo' nei locali chiusi che ancora le hanno, come quelle degli aeroporti. In più, al chiuso (e non solo) si mettono sullo stesso livello le sigarette tradizionali e quelle elettroniche.
I divieti già esistenti saranno estesi anche a tutti i tipi di sigarette, anche quelle da svapo, che emettono vapore e oggi si possono usare ovunque tranne che a scuola e negli ospedali. E anche alle sigarette a tabacco surriscaldato, che fanno fumo vero e proprio ma oggi non sono regolamentate in nessun modo.
Dove si può fumare all'aperto: stop a dehors e fermate dei mezzi
Per quanto riguarda il fumo all'aperto, la bozza contiene delle norme per tutelare le persone più esposte ai rischi del fumo passivo: nei parchi, ad esempio, sarà sempre vietato fumare se nelle vicinanze ci sono delle donne incinte oppure dei bambini. Attualmente, nella bozza, la distanza minima da mantenere è fissata in almeno due metri.
C'è una stretta anche per i dehors: per legge sarà proibito fumare nei tavoli all'aperto di bar e ristoranti. L'unica eccezione ci potrà essere nel caso in cui il locale abbia uno spazio abbastanza grande da poter creare un'area dedicata esclusivamente a fumatrici e fumatori. La stessa stretta è applicata anche alle fermate di metro, treni, bus e traghetti.
Quanto è la multa per chi fuma all'aperto
Per chi non rispetta le nuove regole la multa può arrivare fino a 275 euro, come già accade per il divieto di fumo ‘tradizionale' introdotto nel 2003 con la cosiddetta legge Sirchia, chiamata legge sulla "tutela della salute dei non fumatori". La cifra di 275 è la soglia massima da raggiungere, mentre la più bassa è fissata a 27,50 euro. Il livello di sanzione viene deciso in base alle circostanze in cui non viene rispettata la norma.
Come da prassi, la multa sarà ridotta della metà se verrà pagata entro 60 giorni. Per i nuovi divieti resta in vigore anche la vecchia modalità con cui si può ricevere la sanzione: a fare la multa non può essere il gestore del locale. Invece, dovrà essere avvisato un vigile urbano o un altro membro delle forze di polizia, che avrà l'autorità di comminare la sanzione.
La bozza del decreto che il ministro Schillaci sta esaminando contiene anche altre norme. Per la pubblicità delle sigarette elettroniche, ad esempio, si applicheranno i criteri che già valgono per gli altri prodotti da fumo: non sarà possibile alcuna forma di pubblicità diretta e indiretta. Questo passaggio del decreto potrebbe vedere un'opposizione particolarmente forte anche da parte delle aziende che producono sigarette da svapo e iqos.