Perché sul caso dossieraggi il ministro Nordio vuole una commissione d’inchiesta parlamentare
Violazioni della privacy ci sono state in passato, ma ora "abbiamo raggiunto un punto di non ritorno". Il ministro della Giustizia Carlo Nordio con queste parole ha fatto sapere che secondo lui è il momento di "riflettere sulla necessità dell'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta con potere inquirente" che indaghi sul caso dossieraggi.
La vicenda riguarda un'indagine della Procura di Perugia su alcuni soggetti – soprattutto il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano – che avrebbero effettuato accessi illegali a banche dati con informazioni private, e avrebbero così ottenuto e diffuso dati su moltissime persone note. La proposta di Nordio sarebbe motivata soprattutto dalle parole "estremamente forti" del magistrato Raffaele Cantone, che ha definito "mostruosi" i numeri dell'inchiesta, oltre che da un "informale scambio di opinioni" con il ministro della Difesa Guido Crosetto, che con la sua denuncia a fine 2022 ha dato il via all'indagine. Anche Crosetto si è detto d'accordo con la proposta. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha detto che il caso dossieraggi sarà probabilmente discusso lunedì dal Consiglio dei ministri.
Il Parlamento sta lavorando alla proposta di legge sulla cybersicurezza, che prevede punizioni più dure per chi accede illegalmente a banche dati protette. Nel frattempo il ministro ha chiesto che la politica si muova anche con una commissione d'inchiesta, ma la risposta dei partiti è stata tiepida. Solo Italia viva, con il suo capogruppo alla Camera Davide Faraone, si è espresso a favore: "Serve una commissione ad hoc. Se la vita di cittadini o di politici viene controllata abusivamente su scala estesa, è gravissimo. Accanto all'azione della magistratura, di cui mi fido, c'è il dovere della politica di mettere in campo gli strumenti necessari ad arginare un fenomeno che mette in discussione il funzionamento stesso della democrazia".
Gasparri: "C'è già la commissione Antimafia", Verini (Pd): "Proposta sbagliata"
Nordio ha invece trovato risposte contrarie o ambigue dalle altre forze politiche. Anche il suo viceministro, Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), non ha preso una posizione netta: "Le terapie per aggredire questa iattura possono essere variegate e non in contrasto l'una con l'altra. Ce ne sono alcune a effetto più immediato e rapido, e in questo senso magistratura e commissione Antimafia faranno la loro parte. Poi ci sono interventi caratterizzati da meccanismi più meditati, come la commissione d'inchiesta, posti su un differente piano".
Sempre per FI, Maurizio Gasparri è stato più deciso: "C'è già una commissione di inchiesta, è la commissione parlamentare Antimafia. Una commissione di inchiesta sarebbe auspicabile, ma per istituirla ci vorrebbe una legge e si perderebbe molto tempo. Può essere una eventualità per il futuro, ma non deve servire ad eludere azioni di verifica immediate. Per questo la commissione Antimafia ha funzioni e competenze più che adeguate".
Dalla Leopolda, Matteo Renzi ha attaccato: "Noi voteremo per la proposta, sono curioso di vedere cosa farà Fratelli d'Italia". E la risposta è arrivata da Riccardo De Corato, capogruppo di FdI in commissione Antimafia: "Noi ci rimettiamo alle decisioni del governo. La presidente della commissione Colosimo ha già fatto quello che doveva fare, abbiamo fatto audizioni e siamo pronti a farne altre, ma aspettiamo di vedere cosa deciderà il governo e la stessa presidente del consiglio Meloni".
Contrari, invece, i partiti del centrosinistra. Walter Verini, senatore del Pd, l'ha definita "una proposta sbagliata perché a fare le inchieste e le indagini ci pensa la magistratura. Innanzitutto la procura di Perugia, che garantisce una guida di grande serietà e valore". Per Alleanza Verdi-Sinistra ha commentato la capogruppo alla Camera Luana Zanella: "C'è chi chiede un altro organismo parlamentare d'inchiesta che sarebbe, con tutta evidenza, inopportuno. Se non dannoso. Suona come una commissione Covid 2, un tentativo di avere una clava contro un preciso obiettivo".
Nordio non va alla Leopolda, Renzi: "Facciamo ancora paura"
Oggi Nordio era atteso alla Leopolda, l'evento annuale promosso da Matteo Renzi. Tuttavia, in tarda mattinata fonti del ministero hanno detto che non avrebbe partecipato, né da remoto né in presenza. La deputata di Italia viva Maria Elena Boschi ha commentato: "Alle 10 di questa mattina il ministro Nordio mi ha confermato personalmente la sua partecipazione alla Leopolda. È ovvio che ha avuto pressioni politiche per annullare. Rifiutare un confronto civile non è nello stile di Nordio. Peccato". Lo stesso Renzi ha dichiarato a Rai News 24: "Stamani il ministro ha confermato alle 10.02 l'appuntamento e poi qualcuno gli ha detto ‘No, tu non andare'. Dispiace per Nordio, ha perso un'occasione. Quando mi ha invitato ad Atreju ci sono andato volentieri. È segno che evidentemente la Leopolda continua a far paura". L'ex presidente del Consiglio poi non ha voluto chiarire chi pensa abbia detto di no a Nordio: "Dovreste chiederlo a lui".