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Covid 19

Dosi vaccino a fine giornata, Curcio: “Non darle a 20enni, serve regola nazionale liste d’attesa”

Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, dice la sua sulle dosi di vaccino avanzate a fine giornate e sulle liste d’attesa per chiamare i cosiddetti riservisti: “Servirebbe un ragionamento con le Regioni per arrivare a dei protocolli di liste d’attesa che permettano di indirizzare ciò che avanza non al ventenne ma a qualcuno” che rientra nelle categorie prioritarie. Un criterio omogeneo in tutta Italia, secondo Curcio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, chiede di non fare graduatorie tra Regioni sulla somministrazione dei vaccini anti-Covid e assicura il massimo sostegno a tutti i territori, chiedendo anche un criterio unico nazionale per la somministrazione delle dosi avanzate a fine giornata. In audizione in commissione Affari sociali alla Camera, Curcio parla soprattutto della campagna vaccinale: “In Italia abbiamo una capacità media dell'86% di somministrazioni sul numero di dosi consegnate”. I dati, sottolinea, vanno considerati “con serenità, non come una graduatoria, sulla base delle differenze territoriali che vanno tenute in conto”. Curcio spiega: “Dobbiamo leggere con grande attenzione alcuni numeri sui vaccini, perché in alcuni casi le regioni hanno pensato di lavorare più sugli anziani isolati, altri hanno adottato altre metodologie, ci sono ad esempio le regioni che si sviluppano sull'arco appenninico dove il trasferimento è molto più complicato. Quindi invito per primo me stesso a valutare i dati non come una graduatoria, in molte situazioni ci sono differenze territoriali di cui dobbiamo tenere conto”.

Curcio assicura supporto a Regioni su vaccinazioni

Il capo della Protezione civile assicura la massima collaborazione a tutti i territori, spiegando che lo spirito è di “assoluta attivazione e supporto: non possiamo che ragionare per vedere come supportare e migliorare gli standard della performance regionali. Il dato dell'86% in un primo momento calerà con l'aumento delle dosi, è inevitabile”. Sulla vaccinazione in Lombardia commenta: "È evidente che la performance della Lombardia influenza molto la campagna nazionale, la Regione ha dichiarato di arrivare a circa 120mila somministrazioni su 500mila previste, se qualcosa non dovesse andare come previsto impatterebbe molto". Curcio ricorda che l’Italia avrà alla fine del primo trimestre un milione di dosi in meno rispetto a quanto previsto sulla base dei dati di consegna delle aziende farmaceutiche: “Erano previste 15,6 milioni di dosi per il primo trimestre, questo valore oggi è chiuso a circa 14 milioni e 170mila dosi, oltre un milione” in meno.

Acquisto vaccini spetta in esclusiva a Ue

Altro tema su cui si sofferma Curcio è quello dell’acquisto dei vaccini: ad acquistarli, ribadisce, è l’Unione europea, che ha accordi in esclusiva con le case farmaceutiche. La strategia “non è cambiata – precisa – il ministero della Salute ha ritenuto opportuno avviare interlocuzioni con altri partner europei in modo tale da procedere in maniera congiunta alle negoziazioni con le case farmaceutiche, per ottenere i farmaci per tutta l'Ue. L'acquisizione avviene tramite la Commissione e in base a questo è stato firmato un accordo che prevede per gli acquisti l'esclusiva della Commissione”. Sempre in tema di vaccini, il capo della Protezione civile definisce l’apertura delle somministrazione ai farmacisti come un “passaggio culturale importante, che presuppone il supporto di una rete di protezione di una professione che entra a fare qualcosa che nell’ordinario è prettamente medico”.

Le dosi di vaccino avanzate a fine giornata

Curcio prende posizione sulla questione delle dosi di vaccino somministrate a fine giornata, nel caso in cui avanzino. “Ritengo che questo argomento necessiti di un’omogenizzazione, parlerò con il commissario Figliuolo – spiega – il fine è assolutamente da perseguire, non possiamo sprecare neanche una goccia del vaccino. Il tema dell’utilizzo a fine giornata è stato posto, credo che l’ho posto anche in maniera di impatto, c’è però il tema di dare una regolarità su questo argomento. Sono convinto personalmente che al di là di dare delle indicazioni generiche, forse servirebbe un ragionamento con le Regioni per arrivare a dei protocolli di liste d’attesa che permettano di indirizzare ciò che avanza non al ventenne ma a qualcuno che è sempre in quella categoria lì”, afferma riferendosi alle categorie che vengono vaccinate nel periodo in cui si somministrano le dosi avanzate. Vale a dire che se si stanno vaccinando, per esempio, gli over 70, anche le liste d’attesa dovrebbero essere composte, secondo Curcio, da over 70. “Credo che si possa utilizzare ciò che avanza a fine giornata e finalizzarlo alle categorie che abbiamo detto, senza trovare situazioni che stridono e possono dare adito a cattivi fraintendimenti, per esempio che mi metto fuori e aspetto. Meccanismi che creano la diffidenza del cittadino in una campagna che ha bisogno della sua fiducia”, continua.

Covid, da inizio emergenza 70 ordinanze di Protezione civile

Curcio si sofferma anche sul lavoro della Protezione civile in questi mesi: “Sono state quasi 70 le ordinanze di Protezione civile emanate che hanno disciplinato una serie di azioni nell'ambito dell'emergenza Covid. Il commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus nel nostro Paese ha di fatto assorbito buona parte del sistema di Protezione civile. Il dipartimento ha mantenuto alcune sue prerogative, come l'emanazione di ordinanze”.

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