Doppia contestazione per Salvini nelle regioni a guida Lega: proteste in Veneto e Lombardia
Alle contestazioni il leader della Lega, Matteo Salvini, ci si sta abituando. Sempre più di frequente qualche gruppo di manifestanti si riunisce, in occasione dei suoi comizi, per esprimere il proprio dissenso. E non fanno eccezione le ultime due giornate, con una contestazione in Veneto e oggi anche in Lombardia, le due Regioni in cui la Lega è più forte e in cui il Carroccio amministra da anni, con il presidente uscente del Veneto, Luca Zaia, che sembra andare verso una facile riconferma alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Salvini viene contestato sul tema dei migranti a Dolo e sui 49 milioni dei fondi della Lega a Legnano.
Salvini contestato a Dolo: ‘buffone, buffone'
Salvini è stato contestato a Dolo, nel veneziano, al grido di “buffone, buffone”. Mentre parlava dal palco di migranti, alcuni contestatori hanno iniziato a fischiarlo. Fischi che hanno anche coperto i pochi applausi partiti durante il discorso del leader leghista in tema di immigrazione. In piazza, come si vede da alcuni video, c’è un gruppo di persone con in mano i cartelli “Dolo non si lega”. Dallo stesso punto della piazza partono quindi cori contro Salvini, con un gruppo di contestatori che intona “vai a lavorare” rivolgendosi al leader leghista.
La contestazione a Legnano verso Salvini
Oggi Salvini è stato invece contestato a Legnano, nel milanese. Il leader del Carroccio era lì per sostenere la candidatura a sindaco di Carolina Toia. Mentre Salvini parlava in piazza, da un balcone è comparso il numero 49, con due palloncini dorati che formavano il numero, chiaro riferimento ai 49 milioni di rimborsi elettorali di cui la Lega si sarebbe appropriata indebitamente e che devono essere restituiti. Inoltre un gruppo di ragazzi ha contestato anche a voce Salvini, urlando nei suoi confronti “ladro” e “restituisci i soldi”. Al che il segretario della Lega ha risposto bacchettando i suoi oppositori in piazza e tentando di delegittimare i contestatori: “Chi conosce l’insulto e la contestazione ha già perso”.