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Dopo le tensioni in maggioranza la Camera dà il via libera al Dl Milleproroghe

La Camera dei deputati ha dato il via libera al decreto “omnibus” del governo con disposizioni urgenti, rinvii e nuovi bonus, tra cui il contributo psicologico.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il Dl Milleproroghe si avvia a diventar legge. Con 320 voti a favore, 42 contrari ed un astenuto, la Camera ha infatti approvato la fiducia finale posta dal governo al decreto, che ora passa al Senato. A sostenerlo tutta la maggioranza: Lega, Forza Italia, PD, LeU e Movimento 5 stelle. Ieri era stata votata una prima fiducia, con 369 voti a favore e 41 contrari. Vengono così "superate" le tensioni in maggioranza dello scorso giovedì, quando l'esecutivo era andato sotto ben quattro volte nelle commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali di Montecitorio.

Si tratta del classico decreto del governo con disposizioni urgenti da adempiere entro la fine dell'anno, posticipando alcune norme e prorogando l'efficacia di altre. Il testo, come al solito, è diventato "omnibus", con dentro tanti contenuti che sembrano opposti e anche diverse novità dell'ultim'ora. Si va dal bonus psicologo, alle nuove regole sui monopattini, dal tetto ai contanti riportato a 2mila euro per tutto il 2022 alle agevolazioni per la prima casa, passando per tempi più lunghi per rateizzare le cartelle esattoriali e i rimborsi di chi ha ottenuto i "prestiti Covid" con garanzia pubblica.

Lo scorso giovedì, nelle commissioni, erano passati contro il parere dell'esecutivo gli emendamenti che prevedono il rialzo del limite per i pagamenti in denaro contante, il blocco dello spostamento dei fondi delle bonifiche per l'ex Ilva ai progetti di decarbonizzazione a Taranto, la proroga fino al 2025 della sperimentazione sugli animali sugli xenotrapianti d'organo e sulle sostanze d'abuso, alcune norme sulle graduatorie degli insegnanti per la scuola. Su questi emendamenti è stato scontro nella maggioranza, con le relatrici di due emendamenti (di Lega e Movimento 5 Stelle) che hanno dato anche pareri contrastanti.

Entro il 28 febbraio l'approvazione definitiva

Ora il Senato dovrà approvare il decreto entro il prossimo 28 febbraio, data ultima di scadenza per la conversione in legge. I tempi sono davvero stretti e per questo saranno impossibili ulteriori modifiche. In caso di approvazione di emendamenti, infatti, il testo dovrebbe tornare alla Camera, ma il processo ne bloccherebbe di fatto l'approvazione definitiva. Il decreto arriverà a Palazzo Madama dopodomani, giovedì 24 febbraio, giorno in cui è previsto un voto fiducia. L'ok definitivo potrebbe quindi arrivare in quella stessa data, quattro giorni prima l'ultima scadenza.

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