Dopo la vittoria in Sardegna, Schlein rilancia il campo largo e Conte rallenta: “No alleanze forzate”
Dopo le elezioni regionali in Sardegna, che hanno portato uno spoglio sul filo di lana e una vittoria in parte inattesa di Alessandra Todde, per Elly Schlein e Giuseppe Conte è il momento di tirare le somme e capire come andare avanti nell'alleanza che, se non altro sul piano elettorale, sembra l'unico modo per contrastare la maggioranza del governo Meloni. In due interviste rispettivamente a Repubblica e Corriere della sera, la segretaria del Pd e il presidente del Movimento 5 stelle hanno discusso la loro linea per le prossime settimane, e non solo.
Schlein: "Spirito testardamente unitario, unirci è responsabilità di tutti"
Schlein è partita dalla "sfida in Abruzzo", il 10 marzo, dove "il centrosinistra stavolta al completo ci può regalare un’altra sorpresa". Anche qui, comunque, vale "il metodo che ci siamo dati: mettere in campo sui territori non accozzaglie ‘contro', ma progetti concreti ‘per'". E questo è l'approccio anche per "la costruzione del campo dell’alternativa" al governo Meloni. Un progetto a cui Schlein lavora dall'inizio della sua segreteria, un anno fa, e a cui si vuole dedicare "con spirito testardamente unitario".
In Sardegna "è successo qualcosa" secondo la leader dem, gli elettori "hanno capito quello che volevamo fare: costruire insieme agli alleati, con umiltà e generosità, un progetto serio attorno a una donna capace e competente. È il metodo di lavoro che alla fine ci ha premiato e che a me piacerebbe replicare, da qui in avanti". Anche perché c'è già un terreno comune su "alcune grandi questioni", come "salario minimo, sanità pubblica, salvataggio del Pnrr, congedo paritario, politiche industriali".
Quello che invece gli elettori non capiscono, per Schlein è il dibattito sul "campo giusto", e non "campo largo", che Conte ha lanciato negli ultimi giorni: "Abbiamo dimostrato che l’alternativa vince laddove, ripeto, c’è una proposta comune, seria e credibile. È una responsabilità che devono sentire tutti, non solo il Pd".
Conte: "Ogni Regione ha sue specificità, per allearsi serve progetto credibile"
Anche il presidente del M5s ha parlato di progetti seri e concreti, ma con qualche esitazione in più. In Sardegna c'è stato "un progetto autentico sulle esigenze dei territori, mettendo da parte ambizioni di singoli partiti", che non ha cercato di essere "un mero cartello elettorale acchiappavoti". Ora l'intenzione è sì di lavorare per riproporre questo modello, ma "prima si coltiva un confronto che porti a un progetto ben strutturato".
E così, ad esempio, per Basilicata e Piemonte (dove si voterà per le regionali nei prossimi mesi, e dove l'intesa Pd-M5s sembra più difficile da trovare) da Conte non arriva una spinta decisiva: "La vittoria di Todde dimostra che non esistono alleanze forzate, ma solo alleanze costruite sulla base di progetti credibili e concreti. Ogni regione ha la sua specificità. In Basilicata e Piemonte registriamo maggiore distanza su temi e interpreti, ma il dialogo è ancora aperto". E ancora: "Prima e durante la campagna del 2022 nel Pd c’era chi lavorava per eliminare il M5S. Oggi il clima è sicuramente diverso. Partiamo da qui, ma dobbiamo consolidare il metodo e costruire un’alternativa credibile".
Anche per quanto riguarda l'apertura all'ex Terzo polo, e in particolare ad Azione di Carlo Calenda (che ieri ha detto che è "inevitabile" confrontarsi con il M5s in vista delle prossime elezioni), l'ex presidente del Consiglio è rimasto distaccato: "Il mio numero è sempre lo stesso. Ma il tema non è parlarsi al telefono, è trovare condivisione su progetti per noi qualificanti".