Dopo la Liguria Renzi propone a Schlein un contratto in dieci punti per tornare al governo
Un accordo in dieci punti per tornare a Palazzo Chigi. È la proposta che Matteo Renzi lascia sul tavolo della segretaria dem Elly Schlein dopo la sconfitta di Andrea Orlando in Liguria.
Il leader è sicuro che con Italia Viva in coalizione il campo largo avrebbe trionfato nella Regione. "Stracciando la nostra lista già firmata da Orlando, il centrosinistra ha stracciato la vittoria del centrosinistra in Liguria. Che follia", ha dichiarato intervistato a La Stampa.
Quello che è accaduto in Liguria, dove il veto imposto dal Movimento 5 stelle ha portato all'estromissione dei renziani dalle liste che appoggiavano Orlando, è solo l'amara constatazione che, continuando coi veti, Giorgia Meloni governerà dieci anni. Il veto non e' una categoria della politica ma un atteggiamento tardo-adolescenziale di chi non ha mai fatto gavetta politica", ha detto Renzi.
E a chi gli fa notare che secondo Giuseppe Conte portare Iv in coalizione avrebbe fatto perdere in misura maggiore, l'ex premier ha risposto: "Lui ha dimezzato i voti dei Cinque stelle delle Europee e fatto perdere Orlando, ancora pontifica? Dovrebbe avere almeno il pudore di riflettere prima di dire queste frasi", ha detto.
Il problema in Liguria è "che non c'era un centro. E anche chi mi odia, riconosce a me e Italia viva quell'identità di centro che è mancata, e che è un valore aggiunto per la coalizione". Per Renzi dunque, i cittadini liguri più centristi avrebbero deciso di buttarsi a destra , in assenza di un'alternativa a sinistra.
Ma quando si parla di stringere alleanze e fare asse, non si tratta si "simpatia o di rapporti umani", ma di "politica", sostiene. "Ci sono solo due alternative: cercare un faticoso compromesso, cosi' come in passato hanno fatto l'Ulivo e poi l'Unione. Oppure continuare a fare le pulci ai potenziali compagni di strada e tenersi la Meloni al governo", ha aggiunto prima di rivolgersi direttamente agli elettori di sinistra e a coloro che "pensano io non sia abbastanza di sinistra. A loro dico che hanno ragione: io non sono come loro. E sono orgoglioso della mia identità e della mia diversità. Ma senza di me in coalizione non avranno il governo dei marxisti proletari, ma di Fratelli d’Italia. O fai accordi con noi, o ti sorbisci la coalizione di Vannacci e Salvini", ha detto.
Il leader ha ricordato che esiste "un pezzo di elettorato, il 2, il 3, il 4%, che riconosce in me una posizione politica. Nel bene o nel male, io rappresento quel di più che sarà poco ma è decisivo", ha detto. Da qui la proposta nei confronti della segretaria del Partito democratico: "Proviamo a fare un accordo su dieci punti di programma. Un contratto alla tedesca, o quello che Prodi chiamava Fabbrica del programma", ha detto. "Si individuano dieci punti e ci impegniamo tutti a realizzarli se andremo al governo", ha proseguito.
Infine l'avvertimento a Schlein in vista delle regionali del 2025: "Faccia quel che crede ma sappia che senza di noi l'anno prossimo in Toscana e in Campania la vittoria non la vedono nemmeno col binocolo", ha concluso.