Dopo la crisi diplomatica la Francia cambia idea e rifiuta i migranti della Sea Watch
La crisi diplomatica tra la Francia e il governo italiano sembra avere risvolti negativi per Roma anche sotto punti di vista probabilmente inaspettati. Si riapre infatti la tensione anche sul tema dei migranti: il Viminale fa sapere che la Francia non sarebbe più disponibile ad accogliere i migranti della Sea Watch. Secondo quanto spiegano fonti del ministero dell’Interno, Parigi avrebbe cambiato idea sul tema e non vorrebbe più ricevere i migranti che per giorni sono stati bloccati a bordo della Sea Watch 3 a largo di Siracusa. Il governo francese ha fatto sapere al Viminale che “prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici”. Ma ha anche aggiunto che sosterrà l’Italia nella richiesta di rimpatri “più efficaci in alcuni Paesi africani a partire dal Senegal”.
Il Viminale ora si aspetta da Parigi una dimostrazione, con i fatti, della buona volontà espressa, “collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano”. Ma il ministero dell’Interno, comunque, prende atto che “anche i francesi non vogliono clandestini”. In mattinata arriva anche il commento di Matteo Salvini: "Faremo a meno della Francia, non dei francesi che sono un popolo stupendo. Evidentemente chi sta governando ha le idee un po' confuse".
La crisi diplomatica tra Italia e Francia
Ieri Parigi ha richiamato l’ambasciatore a Roma dopo il continuo scontro tra i due governi. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, minimizza e ribadisce che quello francese è un “popolo amico”. Ma accusa Parigi di aver commesso “un grave errore nel 2011: è un peccato che non chiedano scusa”, afferma. Questa mattina è intervenuta anche la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, che sottolinea come non si voglia “drammatizzare, si tratta di dire che la ricreazione è finita”. In particolare, Loiseau commenta l’incontro tra il Movimento 5 Stelle e i gilet gialli: “Un rappresentante di un governo straniero che viene in Francia a sostenere quello che non è nemmeno un leader politico, ma uno che ha chiamato alla guerra civile, al rovesciamento del presidente e a un governo militare, non era mai successo”. Secondo la ministra francese, si è trattato di una “ingerenza infondata, un gesto ostile”.
Richiamo non è permanente, è solo un segnale
A spiegare la decisione del governo francese ci pensa il portavoce del governo di Parigi, Benjamin Griveaux, ai microfoni di Europe 1: il richiamo “non è permanente, ma era importante dare un segnale”. Griveaux sottolinea che il dialogo con l’Italia non è mai stato interrotto, ma le cose sono cambiate dopo l’incontro di Di Maio con i gilet gialli, secondo il portavoce del governo: “La decenza, la cortesia più elementare, chiede di avvisare il governo” quando un ministro va in un Paese amico. Griveaux punzecchia il governo italiano: “Le battute” di Di Maio e Salvini “non hanno evitato all'Italia di entrare in recessione”. Infine, il portavoce del governo francese sottolinea che il dialogo tra i due Paesi non deve essere portato avanti dai vicepresidenti del Consiglio (Salvini si è detto disponibile a incontrare Macron) ma da Giuseppe Conte: “È lui il capo del governo e Macron lo ha già incontrato molte volte”.