Dopo il Quirinale Salvini prova a ricomporre la frattura nel Cdx: “Ora una federazione modello Usa”
Gli effetti di una settimana di trattative sul Quirinale, sfociate nella rielezione del Presidente Sergio Mattarella, si fanno già sentire, e nella Lega si è aperta la resa dei conti. Il centrodestra si è spaccato, e le distanze sulla scelta del Capo dello Stato tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono solo la punta dell'iceberg.
La vicenda decisiva di quest'elezione presidenziale è stata la candidatura della presidente del Senato Elisabetta Casellati, lanciata da Salvini al quinto scrutinio e affossata dai franchi tiratori forzisti e centristi: un episodio destinato a portare strascichi e fratture, difficilmente sanabili. La conferma per altri 7 anni di Sergio Mattarella ha fatto infuriare Fratelli d'Italia e le dichiarazioni della leader del partito Giorgia Meloni hanno sancito la rottura degli equilibri nella coalizione: "Oggi il centrodestra per come lo abbiamo visto non c'è più".
Domani pomeriggio è previsto il consiglio federale della Lega in via Bellerio. Il leader della Lega Matteo Salvini rilancia l'idea di una federazione di centrodestra che sostenga il governo Draghi, spiegando che nello schieramento "non basta sommare le nostre forze ma è necessario che si cominci a ragionare in un'ottica veramente unitaria. È giunto il momento di federarci. Solo un nuovo contenitore politico delle forze di centrodestra, a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi, può agire in modo incisivo. Il nostro modello può essere quello del Partito Repubblicano americano", ovvero una "federazione di centrodestra delle forze che appoggiano il governo Draghi". Lo scrive il leader della Lega in un suo intervento su Il Giornale.
"Ci troviamo a un bivio: vivacchiare può significare morire, decidersi per un cambiamento e federarsi è un rischio, ma anche un'opportunità. È l'occasione per cambiare il centrodestra e, con esso, trasformare, finalmente e in modo sostanziale, anche l'Italia. Ora o mai più", scrive ancora Salvini, per il quale "le votazioni per il presidente della Repubblica hanno mostrato la potenziale forza, ma anche i limiti, della coalizione di centrodestra come è attualmente" e "forze centripete che hanno tarpato le ali alle nostre legittime ambizioni. Personalmente ho la coscienza pulita: al di là degli insulti e delle critiche che ho subìto, ho messo la faccia per proporre soluzioni di prestigio che a sinistra hanno bocciato sistematicamente".
"Per federarci – spiega il leader della Lega – abbiamo bisogno di superare gli egoismi: non annullando, ma valorizzando le nostre differenze e facendole poi convergere in una sintesi in cui tutti si possano riconoscere". Una sintesi che a suo dire deve seguire queste priorità: "Cominciare dall'economia; una fiscalità non punitiva come quella attuale; realizzare il nostro progetto di flat tax; uno Stato da riformare, con tutta la sua amministrazione e la sua burocrazia; una seria riforma della giustizia, che vogliamo autonoma e ‘terza'; sicurezza e legalità, contro la violenza diffusa; contro il fanatismo islamico e contro ogni forma di intolleranza; valori cristiani e famiglia che vogliamo tutelare; che l'Italia si doti di una politica energetica che la renda autonoma e che sia nello stesso tempo ecologicamente sostenibile; pensare ad un sistema di regole equilibrate e di buonsenso che conducano a una transizione ecologica senza fanatismi".
Per Tajani il leader del Cdx resta Berlusconi
"C'è un fondatore del centrodestra che è Silvio Berlusconi. Poi alle elezioni si vedrà chi sarà il candidato", ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, in un'intervista al ‘Corriere della Sera' in merito alla domanda su Salvini leader della coalizione. "Se il sistema elettorale resta questo, le coalizioni avranno una loro logica. E a parte il fatto che agli italiani il tema della legge elettorale interessa ben poco, io non credo si debba rinunciare al maggioritario e al bipolarismo", ha aggiunto. "Il nostro obiettivo adesso è prima di tutto lavorare affinché il governi porti a termine il grande e delicato lavoro che abbiamo di fronte e poi che FI sia protagonista del grande rilancio dell'area che in Italia si riconosce nel Ppe, quella europeista, atlantista, liberale, moderata", senza la quale, "non esiste un centrodestra vincente".
Un polo moderato con Fi e Renzi: la proposta di Toti
I centristi di Coraggio Italia-Idea Cambiamo sono stati accusati da Fratelli d'Italia di aver ‘tradito' la coalizione – insieme a 40 parlamentari di Forza Italia che volevano il Mattarella bis – nel momento cruciale della votazione che avrebbe potuto eleggere la presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati.
Ora il governatore della Liguria Toti propone un polo moderato con Forza Italia e Renzi: "Non solo è possibile, ma credo che in questo momento sia doveroso lavorare per costruirlo. E poi è imprescindibile una riforma elettorale in senso più proporzionale, questo maggioritario ha reso il Paese ingovernabile", ha detto in un'intervista a La Repubblica.
Su un polo moderato di centro, spiega "convergenze già in questo Parlamento si sono trovate, ad esempio con Italia viva. Il modello francese di una federazione tra tante forze è un obiettivo auspicabile. È chiaro che di questo disegno con Renzi abbiamo parlato spesso così come negli ultimi giorni con Antonio Tajani, con Lupi e Cesa e tutti coloro che si riconoscono in una tradizione che va dal riformismo liberale al socialismo riformista. Una federazione di forze moderate non la vedo così lontana dalla Lega e d'altra parte la Lega ha tre ottimi ministri nel governo Draghi". Il riferimento è ai ministri Garavaglia, Stefani e Giorgetti.
"Mi aspetto una riflessione e l'avvio di un percorso che a Salvini sollecito da tempo, perché noi oggi abbiamo un centrodestra ancora strutturato come nell'epoca d'oro della seconda repubblica, quando il mondo intorno a noi è cambiato totalmente", conclude Toti.