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Dopo il lockdown il 39% delle partite Iva teme che non riuscirà più a lavorare nei prossimi mesi

Solo il 28% delle partite Iva pensa che la propria situazione economica tornerà a breve ai livelli pre-Covid. Il 39% teme di non riuscire a lavorare affatto nei prossimi mesi e il 32% crede che lavorerà meno. È il quadro che emerge da un’indagine di Noto Sondaggi sul lavoro ai tempi della crisi economica innescata dall’emergenza coronavirus.
A cura di Annalisa Girardi
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La crisi economica innescata dall'emergenza coronavirus continua a preoccupare gli italiani, che temono le conseguenze della pandemia sul mercato del lavoro. L'incertezza per il futuro riguarda tutte le categorie di occupati, dai dipendenti alle partite Iva, anche se in modo diverso: infatti, nell'immediato il Covid-19 sta avendo un impatto maggiore sugli autonomi non solo per quanto riguarda il calo di fatturato, ma anche per l'assenza di forme durature di sostegno al reddito. Questo è il quadro che emerge da un'indagine di Noto Sondaggi che analizza il panorama del lavoro dopo il lockdown.

Il 28% dei dipendenti privati sarebbe al momento in cassa integrazione, mentre il 20% afferma di lavorare meno di quanto non facesse prima dello scoppio dell'epidemia. Tra i dipendenti del settore privato, il 56% si dice fiducioso, confidando in un miglioramento della situazione nel giro di qualche mese. Un sentimento positivo che però non viene condiviso dalla maggior parte delle partite Iva: tra questa categoria di lavoratori, infatti, solo il 28% pensa che tornerà a breve ai livelli pre-Covid. Il 39% teme di non riuscire a lavorare affatto nei prossimi mesi e il 32% crede che lavorerà meno.

Emerge subito una differenza tra dipendenti e autonomi, anche se in realtà il 30% dei dipendenti in cassa integrazione afferma di avere paura di essere presto licenziato. La maggior parte dei lavoratori, ad ogni modo, ha tagliato le proprie spese limitando i consumi e sono almeno il 14% quelli che ammettono di riuscire ad andare avanti solo grazie all'aiuto economico ricevuto da familiari o amici. Una forte preoccupazione è poi quella di non riuscire, nel caso si perdesse effettivamente il proprio lavoro, a trovare un nuovo posto.

Le cose sono molto difficili anche per gli imprenditori e i commercianti: il 59% dei primi dice infatti di lavorare e guadagnare meno rispetto a prima dell'emergenza. Il 76% inoltre non ritiene che le cose cambieranno nei prossimi giorni e il 27% teme che non riprenderà affatto a lavorare. Lo stesso vale per i commercianti: il 30% non crede che riuscirà a riaprire la propria attività.

Guardando in generale alla popolazione italiana e prendendo in esame anche la fascia dei dipendenti pubblici, tuttavia, si può subito notare come le misure messe in campo finora abbiano in qualche modo levigato gli effetti della crisi. Infatti, il 41% dei cittadini afferma di non aver registrato diminuzioni nelle proprie entrate. Questo non significa però che non siano preoccupati per il futuro: tanto che oltre la metà delle persone intervistate per il sondaggio ritiene che l'Italia dovrebbe usufruire dei soldi del Mes. Precisamente, il 54% degli italiani giudica in maniera positiva l'investimento da 37 miliardi nella sanità.

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