Dopo il caso La Regina nel Pd polemiche sulla candidata Rachele Scarpa per un post su Israele
Dopo il caso scoppiato ieri per la candidatura di Raffaele La Regina, segretario regionale del Pd in Basilicata, costretto a ritirare la candidatura per un post contro Israele – il suo posto è stato preso dal Sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola – il Partito Democratico deve fare i conti con una nuova polemica, che riguarda questa volta Rachele Scarpa, candidata capolista del Partito democratico a Treviso alla Camera, che fa parte del gruppo degli under 35 scelti come capilista dal segretario Enrico Letta.
Scarpa, 25enne trevigiana prossima alla laurea in lettere antiche all'Università di Padova, è da tempo nell'orbita Pd, con la candidatura alle regionali 2020 con Arturo Lorenzoni. È finita nel mirino del centrodestra per un post dell'11 maggio del 2021, in cui scriveva: "Chi si ostina a parlare del diritto di Israele di difendersi si rifiuta di cogliere la gravità e la complessità della situazione e chiude gli occhi davanti a quello che Human Right Watch ha definito pochi giorni fa il regime di apartheid di Israele". Il caso è stato sollevato da Giovanbattista Fazzolari (FdI) e da Andrea Orsini (Forza Italia). Nel suo post la candidata dem parla di "atti di guerra e di repressione nei confronti dei civili da parte del Governo israeliano".
Matteo Salvini, che aveva chiesto spiegazioni su La Regina direttamente a Enrico Letta, attacca: "Non solo Raffaele La Regina, che dopo un penoso balletto ha finalmente deciso di rinunciare alla candidatura. Un'altra aspirante parlamentare del Pd, sponsorizzata da Letta, ha scritto gravi post contro Israele: si tratta di Rachele Scarpa, che addirittura aveva contestato la presenza del suo partito a una manifestazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. Troppi esponenti del Pd parlano come estremisti islamici: una vergogna che non deve restare senza conseguenze". Per il senatore Fazzolari si tratta di "deliranti attacchi", mentre per l'onorevole Orsini è un "pesante indizio della mentalità che serpeggia in una parte significativa della sinistra italiana".
Chiede chiarimenti anche Wanda Ferro, vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia: "Enrico Letta farebbe bene a tornare alla Cnn per fornire chiarimenti alla comunità internazionale sulle preoccupanti posizioni antisemite del Partito democratico. Dopo il caso La Regina, troppo precipitosamente dichiarato chiuso da Letta, un'altra giovane candidata come capolista, Rachele Scarpa, è protagonista sui social di inquietanti attacchi contro Israele. Anziché screditare l'Italia con le sue farneticanti accuse contro Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, il segretario del Pd dovrebbe fare chiarezza sulle posizioni antisemite che emergono nel suo partito, e agire di conseguenza, prestando attenzione alla selezione della sua classe dirigente, anziché tentare di mettere sotto silenzio le situazioni di estrema gravità, che se avessero riguardato esponenti del centrodestra avrebbero certamente provocato una tempesta mediatica, e magari anche giudiziaria".
Dopo le critiche arrivano anche le spiegazioni di Scarpa: "Il Partito Democratico, di cui faccio parte, sostiene da sempre il processo di pace in Medio Oriente e io mi riconosco nella posizione espressa dall'Unione Europea e anche dal Presidente Biden a favore di una soluzione a due Stati per il conflitto tra Israele e Palestina, quindi senza negare mai il diritto di Israele a esistere in sicurezza e allo stesso tempo quello dei Palestinesi a vivere al di fuori di uno stato di occupazione e con libere elezioni senza ricatti di Hamas", scrive in un comunicato.
"Ben altro discorso è la legittima critica alla politica del governo israeliano, quando in passato in nome del diritto di difesa – aggiunge – è arrivato a colpire la popolazione civile, ricevendo critiche da tutto il mondo anche da parte di esponenti del mondo ebraico o da parte di esponenti Pd preparati su questi temi, che anche in questi giorni insieme ad altri esponenti del Pd ha criticato la chiusura di Ong da parte delle autorità israeliane".
"La mia militanza politica è iniziata dal viaggio nel campo di concentramento di Auschwitz: ritengo una priorità assoluta lottare contro razzismo e antisemitismo. È la politica estera delle destre italiane – afferma – a essere completamente indifendibile e ad avere come riferimenti ‘campioni della democrazia' come Bolsonaro, Orbán, Putin e Trump".