Dopo i risultati delle amministrative Lega e Fdi vogliono eliminare i ballottaggi
Dopo il 6-0 alle amministrative 2024, in cui il centrosinistra si è aggiudicato la vittoria nei sei capoluoghi di Regione al voto, il centrodestra corre ai ripari, e mette nel mirino il secondo turno delle elezioni comunali, promettendo di modificare o eliminare del tutto i ballottaggi. Dal punto di vista del centrodestra il risultato nel pallottoliere delle comunali mostra un esito differente: non il 6 a 0 rivendicato dal campo largo, bensì un 4 a 3, con i capoluoghi di provincia Lecce, Rovigo, Verbania e Caltanissetta ‘strappati' al centrosinistra, e soltanto tre città passate dal centrodestra al centrosinistra, Perugia, Potenza e Vibo Valentia. Ma al di là delle due diverse narrazioni, ora Meloni e Salvini vogliono correre ai ripari, e pensano già a correttivi.
Il primo a dirlo è il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che, in pieno accordo con Giorgia Meloni, oltre a porre l'accento sulla preoccupante astensione, si riferisce al doppio turno parlando di "storture": "Al di là di chi ha vinto e di chi ha perso, emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l'astensione", ha detto sottolineando che "in qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto e che "a volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l'avversario al primo turno". Questo è "inaccettabile" e "occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, magari – ha aggiunto il presidente del Senato – seguendo l'esempio del doppio turno siciliano o inserendo idonei correttivi per evitare storture come queste e incrementare la partecipazione".
Sulla stessa linea anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. "Sarà opportuno dare seguito a ciò che Forza Italia propone da tempo e cioè di adottare il modello già scelto dalla regione Sicilia e dalla regione Friuli-Venezia Giulia di assegnare la vittoria, al primo turno, alla coalizione che raggiunge un consistente livello di consenso".
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, conferma a la Repubblica l'intenzione di mandare in soffitta i ballottaggi: "Potremmo presentare un emendamento in qualche decreto". La Lega in verità ci aveva giù provato a marzo, con un emendamento al decreto Elezioni, e la Lega fu costretta a ritirare il testo dell'emendamento.
Ma in quel caso le altre forze di maggioranza si opposero, ritenendo un errore cambiare le regole in corsa, a tre mesi dal voto. L'idea è quella di escludere del tutto il secondo turno, se al primo turno uno dei candidati supera il 40%. La cornice legislativa sarebbe stata giù individuata, scrive la Repubblica: il Tuel, il testo unico degli enti locali, alla cui revisione sta lavorando la sottosegretaria al ministero dell'Interno Wanda Ferro (Fdi). Ma ora la Lega vuole accelerare e tagliare al più presto i ballottaggi.
"Mi permetto di dare un consiglio: non provino a cancellare il doppio turno, perché chi mette mano alla legge elettorale, di solito, si fa male. Questa è lì dal 1993 e non va toccata. Loro pensano che la soluzione non sia incentivare la partecipazione dei cittadini, ma abbassare le soglie per l'elezione. Quello è il modo migliore per dire alla gente di non andare a votare. Non apriamo un altro fronte di duro scontro in Parlamento e nel Paese", è la risposta del presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista a La Stampa.
"La destra irresponsabile e rosicona non sa perdere. Non accettano la larga sconfitta di queste amministrative e vogliono cambiare le regole democratiche eliminando i ballottaggi. È la democrazia bellezza. Nel Paese cresce l’alternativa. Alla riscossa", ha detto Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.