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Dopo gli USA, anche l’Ue apre alla sospensione dei brevetti: cosa ne pensano gli Stati membri

“L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi pandemica in modo efficace e pragmatico. E per questo siamo pronti a discutere della proposta degli Stati Uniti per una rinuncia alla protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid-19”: lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aprendo alla sospensione dei brevetti sui vaccini. Ma cosa ne pensano i diversi Stati membri?
A cura di Annalisa Girardi
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L'Unione europea apre alla possibilità di sospendere i brevetti sui vaccini anti-Covid. Dopo la svolta negli Stati Uniti, annunciata da Joe Biden, anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affermato di essere pronta a discutere di "qualsiasi soluzione" che possa aumentare la produzione globale di dosi e, in questo senso, a sostenere la proposta di Washington. Nel vertice Ue che si terrà a partire da domani in Portogallo gli Stati membri discuteranno della questione, compresa quindi l'ipotesi di rinunciare ai Trips, gli accordi sulla proprietà intellettuale.

L'Ue apre alla proposta degli Stati Uniti

"L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi pandemica in modo efficace e pragmatico. E per questo siamo pronti a discutere come la proposta degli Stati Uniti per una rinuncia alla protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid-19 possa aiutare a raggiungere questo obiettivo", ha ribadito von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell'Unione

Una posizione ribadita anche dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che su Twitter ha scritto che "l'Ue è pienamente impegnata ad eliminare ogni barriera che ostacoli la lotta globale al Covid-19" e che "tutti i Paesi devono consentire l'esportazione ed evitare di interrompere le catene di approvvigionamento".

L'Italia favorevole alla sospensione dei brevetti

Ma cosa ne pensano gli Stati membri? In realtà non tutti sembrano sulla stessa lunghezza d'onda. Da una parte ci sono Paesi come l'Italia che aprono alla possibilità. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando l'apertura di Biden, ha scritto sui social: "La svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti. Anche l'Europa deve fare la sua parte. Questa pandemia ci ha insegnato che si vince solo insieme". E anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha commentato: "I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali". E il primo ostacolo, come sappiamo, non è che l'insufficienza di dosi, a cui si potrebbe rimediare liberando i vaccini dai brevetti e aumentando così la capacità produttiva globale.

La Germania difende i diritti di proprietà intellettuale

Dall'altra parte, però, c'è anche chi non è pronto a sostenere ipotesi di questo tipo. In primis la Germania, casa di farmaceutiche come BioNTech o CureVac. La cancelliera Angela Merkel si è infatti opposta alla proposta di rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, sottolineando che creerebbe "gravi complicazioni" alla produzione dei vaccini.

Chiaramente, anche la Federazione internazionale delle aziende farmaceutiche non è d'accordo: "Siamo totalmente in linea con l'obiettivo che i vaccini siano rapidamente ed equamente distribuiti nel mondo. Ma come abbiamo ripetuto più volte, una sospensione è la risposta semplice ma sbagliata a un problema complesso", scrive in un comunicato.

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