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Dopo Eurostat e Ocse, anche la Bce rivede le stime al ribasso: nel 2023 l’Ue crescerà solo dello 0,7%

L’Unione europea fatica a crescere: lo dicono le stime della Bce che hanno rivisto le stime di crescita in negativo (-0,2%). Le motivazioni sono il rallentamento della Cina, il minor commercio internazionale e il rialzo dei tassi di interesse.
A cura di Andrea Miniutti
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L'ultimo bollettino economico della Bce ha abbassato ancora una volta le previsioni di crescita: quest'anno l'Unione europea crescerà solo dello 0,7%, nel 2024 dell'1% e dell'1,5% nel 2025. Dopo l'aggiornamento delle stime fatte dall'Eurostat e dell'Ocse, anche quelle riviste al ribasso, la Banca centrale europea cerca di delineare il quadro economico per i prossimi due anni.

Secondo la Bce, a danneggiare lo sviluppo Ue sarebbero soprattutto tre fattori. Per primo il rallentamento dello sviluppo cinese, che dopo un forte rimbalzo post-pandemico registrato nel 2022 ha visto la propria economia rallentare di molto quest'anno. Poi, l'indebolimento del commercio internazionale a causa della scarsa crescita degli Stati. Infine, la politica monetaria restrittiva della Banca stessa, che ha l'obiettivo di riportare l'inflazione europea al 2% cercando di ridurre la moneta in circolazione attraverso il rialzo dei tassi di interesse: l'effetto che ha un'operazione del genere è quello di creare una stretta sulla domanda interna.

L'ultimo ritocco fatto dalla Bce è stato il 14 settembre, quando la presidente Christine Lagarde ha annunciato un aumento di 25 punti base: una scelta molto criticata ma che, secondo l'istituzione, avrà degli ottimi riflessi nel lungo periodo. Tuttavia, per i prossimi due anni tutte le stime di crescita sono state riviste al ribasso. Per il Pil dell'Unione europea, nel 2023 si segna un -0,2% rispetto alle previsioni di giugno, per il 2024 un -0,5% e per il 2026 un -0,1%.

Nel secondo trimestre di quest'anno, l'economia dell'Ue è cresciuta solamente dello 0,1%, ma non tutti gli Stati hanno registrato dei risultati in positivo: il Pil di Francia e Spagna è aumentato rispettivamente dello 0,5% e dello 0,4%, la Germania è rimasta allo stesso livello mentre sia l'Italia che i Paesi Bassi hanno registrato un -0,3%.

Se da una parte l'economia fatica a ripartire, le previsioni sull'andamento dei prezzi sono più rassicuranti. Per la fine del 2023 l'inflazione dovrebbe rimanere al livello attuale, cioè al 5,6%, mentre nei prossimi anni dovrebbe progressivamente diminuire: le stime dicono che arriverà al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, avvicinandosi molto all'obiettivo della Banca che è appunto quello di raggiungere il 2% di inflazione.

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