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Dopo Di Maio, anche Spadafora smentisce: “Non entrerò nel Partito Democratico”

Dopo Luigi Di Maio, anche l’ex ministro Vincenzo Spadafora smentisce a Fanpage.it le voci di un suo possibile ingresso nel Pd.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alcuni retroscena lo davano praticamente per certo, ma l'ex ministro ha smentito tutto: Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport ai tempi del governo Conte II, non ha alcuna intenzione di entrare nel Partito Democratico.

Stando a un articolo pubblicato questa mattina da Il Giornale, l'annuncio dell'ex ministro pentastellato – che a giugno ha seguito Luigi Di Maio aderendo al suo nuovo soggetto politico, Insieme per il futuro, rompendo con il Movimento Cinque Stelle – sarebbe stato imminente, questione di ore. Spadafora, secondo il quotidiano diretto da Augusto Minzolini, avrebbe seguito ancora l'ex ministro degli Esteri, questa volta per iniziare la nuova avventura con i dem.

Il quotidiano parlava di un processo di "grillinizzazione" in corso nel Pd, dopo l'arrivo dell'ex Iena, il parlamentare Dino Giarrusso: "La trattativa con Vincenzo Spadafora è a buon punto. L'annuncio potrebbe arrivare a stretto giro". E nell'articolo si ipotizzava addirittura una possibile candidatura con i dem per l'ex ministro dello Sport in vista delle prossime elezioni europee.

Non sappiamo se un dialogo sia stato mai aperto, per discutere di un eventuale approdo di Spadafora nel Pd, e se poi sia saltato tutto all'ultimo. Quel che è certo è che l'ex ministro, contattato da Fanpage.it, ha negato tutto, smentendo quanto riportato da Il Giornale. Alla domanda se abbia intenzione di entrare nel Pd, ha risposto senza giri di parole "No, no". Insomma, di passare al Pd Spadafora per ora non vuole saperne: nessuna svolta all'orizzonte per lui, non seguirà le orme del suo ex collega di partito Dino Giarrusso, l'eurodeputato che sabato ha invece annunciato l'intenzione di sostenere Stefano Bonaccini nella corsa per la segreteria del Pd.

Giarrusso, eletto a Bruxelles nel 2019 con il M5s, aveva rotto con il partito di Conte a maggio 2022, per avviare un progetto dedicato al Sud, appoggiando l'ex sindaco di Messina Cateno De Luca in vista delle elezioni regionali siciliane (salvo poi distaccarsene pochi mesi dopo).

Prima di Spadafora, aveva già smentito le ricostruzioni de Il Giornale Luigi Di Maio: "In merito a quanto riportato dal quotidiano ‘Il Giornale' su una mia iscrizione al Partito Democratico, smentisco categoricamente. Non è un attacco al quotidiano per averla riportata. Ma invito tutti gli addetti ai lavori a verificare con me direttamente le notizie sul mio conto. Ci sono ancora troppe persone in giro che millantano rapporti con me", aveva detto all'Adnkronos l'ex leader del M5s.

Insomma, sembra che nel Pd debbano accontentarsi di Giarrusso per il momento. Sempre che l'ex Iena accetti le condizioni poste da Bonaccini, e chieda scusa ai nuovi compagni di partito, come ramoscello d'ulivo per spegnere le polemiche e i mal di pancia iniziati subito dopo la notizia del suo arrivo.

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