"Si può sfuggire alla polizia italiana – alla polizia italiana così come è istruita, organizzata e diretta – ma non al calcolo delle probabilità. E stando alle statistiche diffuse dal ministero degli Interni, relative alle operazioni condotte dalla polizia nel periodo che va dal rapimento di Moro al ritrovamento del cadavere, le Brigate rosse appunto sono sfuggite al calcolo delle probabilità. Il che è verosimile, ma non può essere vero e reale". Queste parole, messe nero su bianco da Leonardo Sciascia, aiutano a comprendere meglio quale fosse la percezione della vulgata ufficiale della vicenda del rapimento e della morte di Aldo Moro tra l'opinione pubblica. Una vicenda tipicamente italiana, nella quale i fatti finiscono con lo scomparire, nel vortice di polemiche, ricostruzioni sommarie, depistaggi, indagini più o meno accurate, censure e via discorrendo. Al posto della verità, anche in questo caso, una enorme bolla di segreti e bugie.
Poi c'è la parte celebrativa, che non ci facciamo mai mancare. Decine di vie, piazze e scuole, la Giornata della memoria in ricordo delle vittime del terrorismo e finanche un processo di beatificazione partito da poco. Ora, trentacinque anni dopo, ripetiamo, trentacinque anni dopo, grazie all'iniziativa del senatore Gotor potrebbe nuovamente aprirsi una seria discussione in una nuova Commissione parlamentare d'inchiesta. Le motivazioni alla base della richiesta di Gotor appaiono senza dubbio sensate, proprio in relazione al sostanziale nulla di fatto prodotto dal lavoro delle Commissioni che negli anni hanno affrontato la questione: "A distanza di anni sono ancora tante le incongruenze e le lacune nella ricostruzione generale dei fatti, soprattutto sulla condotta di alcuni terroristi che nulla hanno fatto per dissipare dubbi e interrogativi. Il caso Moro è una pagina costellata da troppi lati oscuri e serve un grande lavoro di ricostruzione, serio e metodico, lontano dalle febbrili agitazioni ideologiche e da teoremi preconfezionati".
Lavoro che, inutile girarci intorno, hanno fatto in maniera parziale e lacunosa tanto la Commissione d'inchiesta del 1979 (rimasta in carica fino all'82), quanto la "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi", avviata nel 1988 e rimasta operativa addirittura fino al 2001. Ecco, quanto la nuova Commissione non rappresenterà "un inutile e sterile déjà vu che potrebbe interessare al più persone che hanno vissuto quegli eventi" dipenderà molto dalla capacità dei parlamentari e dalla volontà politica di "parlare finalmente il linguaggio della verità". Quella storica, almeno.