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Donno (M5s) querela cinque deputati di Lega e FdI per l’aggressione alla Camera: chi sono

Il deputato del Movimento 5 stelle Leonardo Donno ha depositato una denuncia-querela in seguito all’aggressione subita alla Camera la scorsa settimana, e ha indicato i cinque parlamentari che ritiene responsabili. Tre sono di Fratelli d’Italia – Federico Mollicone, Enzo Amich e Gerolamo Cangiano – e due della Lega – Stefano Candiani e Igor Iezzi.
A cura di Luca Pons
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Il deputato Leonardo Donno aggredito in Parlamento

Leonardo Donno, deputato del Movimento 5 stelle che la scorsa settimana durante una seduta alla Camera ha subito un'aggressione da parte di alcuni esponenti della maggioranza, oggi ha depositato una denuncia-querela ai carabinieri di piazza Venezia. Il parlamentare oggi sarà presente alla manifestazione organizzata da Pd, M5s, Avs e +Europa contro la riforma sull'autonomia differenziata e contro il clima di "violenza verbale e fisica" riscontrato in Parlamento – di cui il principale esempio è stata proprio la rissa nata dall'aggressione a Donno.

Nella querela si ipotizzano i reati di lesione e tentate lesioni. Il deputato pentastellato ha indicato anche i presunti responsabili dell'aggressione: si tratta di due parlamentari della Lega e tre di Fratelli d'Italia. I due esponenti del Carroccio sono Igor Iezzi e Stefano Candiani. I tre deputati di Fratelli d'Italia indicati, invece, sono Federico Mollicone, Enzo Amich e Gerolamo Cangiano. Sono gli stessi cinque che Donno aveva già detto di considerare responsabili dopo la rissa alla Camera.

Chi sono i deputati querelati da Donno

Iezzi era molto visibile nel video dell'aggressione a causa della sua giacca chiara. Nei giorni successivi, aveva detto di aver provato a colpire Donno con un pugno, ma senza riuscirci. Stefano Candiani è parlamentare alla terza legislatura consecutiva – le altre due le ha svolte al Senato – e fa parte della commissione Politiche dell'Unione europea. Dopo l'aggressione, Candiani ha detto di essersi gettato nella mischia per difendere il ministro Calderoli, a cui Donno voleva consegnare una bandiera tricolore.

Federico Mollicone è presidente della commissione Cultura alla Camera, noto in passato per diverse uscite controverse. Nella stessa commissione siede anche Gerolamo Cangiano, al primo mandato da parlamentare ma da tempo attivo in Fratelli d'Italia, a cui ha aderito fin dal 2013. Nel 2020, Cangiano ha suscitato polemiche utilizzando come slogan per la campagna elettorale da consigliere regionale in Campania il motto "me ne frego". Enzo Amich fa parte della commissione Trasporti, ed è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 2022.

Tutti i cinque parlamentari denunciati da Donno sono tra quelli sanzionati dall'ufficio di presidenza della Camera dopo la rissa a Montecitorio. Infatti, dopo aver visualizzato i filmati di quella giornata, la presidenza aveva sospeso Mollicone, Cangiano ed Amich per una settimana. Per Igor Iezzi, invece, era scattata la sanzione più alta: quindici giorni di sospensione. Solamente tre giorni per l'altro leghista, Candiani. Lo stesso Donno era stato sanzionato con quattro giorni di sospensione, forse ritenendo che la consegna della bandiera fosse una provocazione.

Lettera M5s a Fontana: "Mollicone non sia più presidente commissione Cultura"

Il Movimento 5 stelle ha annunciato di aver inviato una lettera ufficiale al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, chiedendo che Mollicone (FdI) sia rimosso dal suo incarico di presidente della commissione Cultura, dato che è stato "uno dei protagonisti dell'aggressione squadrista ai danni di Leonardo Donno". Il motivo è che Mollicone non sarebbe "più in possesso dei requisiti minimi – anche regolamentari – per mantenere il suo ruolo di presidente di commissione". In generale, si legge nella lettera, "la sua condotta risulta del tutto incompatibile, sotto il profilo oggettivo e soggettivo, ad un incarico di tale rilevanza e delicatezza", perché renderebbe impossibile un "sereno rapporto con le opposizioni" e problematica "la sua rappresentanza della commissione, anche in sedi internazionali".

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