“Donne al governo? Non conta ciò che hanno in mezzo alle gambe”: frase shock del leghista Figuccia
"Assistiamo in queste ore ad una polemica del tutto sterile e pretestuosa sulla composizione del governo regionale e sulla presenza di donne nel governo. Ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani". Lo ha detto in una nota del deputato della Lega all'Assemblea regionale siciliana Vincenzo Figuccia.
Parole che hanno fatto esplodere una bufera. Il deputato leghista è stato accusato di sessismo, per aver minimizzato la questione dell'esclusione delle quote rosa dalla giunta Musumeci, dopo il rimpasto voluto dal governatore. Ora tutti i 12 assessori della sua squadra di governo sono uomini: è stata rimossa Bernadette Grasso, responsabile delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, e al posto è arrivato Marco Zambuto. E questo nonostante l'Ars abbia approvato lo scorso giugno una legge che garantirebbe il 30 per cento di alternanza di genere in giunta. Norma di cui Musumeci e i suoi sembrano essersi dimenticati.
Il deputato è arrivato nel gruppo della Lega da un mese, ma si è subito fatto notare (fino allo scorso 1 dicembre era nelle fila dell'Udc). Figuccia, in modo inopportuno e offensivo, ha negato il problema della disparità di genere, che in Sicilia, in alcuni casi anche più del resto d'Italia, si fa ancora sentire, a tutti i livelli.
Lo attacca Sinistra Comune: "Le dichiarazioni del signor Figuccia sono imbarazzanti, espressione del peggiore maschilismo, indegne di un rappresentante della più prestigiosa istituzione della Sicilia. Figuccia deve immediatamente dimettersi: la sua concezione delle donne rappresenta un oltraggio alla dignità della persona e delle istituzioni. Ridurre la differenza tra uomo e donna agli organi genitali e' espressione di una cultura che umilia non solo le donne ma anche gli uomini. Invitiamo il presidente dell'Ars ad assumere una posizione formale".
Intervengono anche le assessore e le consigliere comunali della rete dei Cento passi per la Sicilia: "Ora il linguaggio sarà censurato, ci auguriamo, dal presidente dell'Ars e dall'intera Assemblea regionale. Ma la parte peggiore di questa, eufemisticamente infelice, dichiarazione sta nel fatto che in Sicilia, purtroppo, il sesso con cui si nasce conta. E conta molto. Conta quando si paga una donna meno di un uomo (in Sicilia ben peggio del già vergognoso 11,2% di divario nazionale). Conta quando si guardano le statistiche sull'occupazione, con il record europeo di disoccupazione femminile. Conta quando si deve scegliere un incarico di vertice che, guarda caso, non vede mai una donna proposta (meno del 10% delle nomine regionali alla presidenza di un cda). Insomma ‘quel che si ha tra le gambe' in Sicilia – si legge ancora nella nota – conta eccome. E sarebbe bene che il deputato Figuccia riflettesse su questo".
La replica del deputato Figuccia
"Scusate qualcuno può spiegarmi cosa ci sia di sessista nel dire che ciò che abbiamo tra le orecchie, cioè il cervello, è più importante di ciò che abbiamo tra le gambe? – il deputato leghista si difende così, con un post sui social – Francamente mi sembra una polemica montata da 4 radical chic di sinistra. Davvero non comprendo in che cosa si concretizzi il maschilismo nel sostenere che le donne vanno supportate non solo perché donne ma soprattutto perché brave".
"L’isterismo di una certa sinistra da salotto, mi conferma che le mie parole hanno toccato nel vivo un'ipocrisia generalizzata, che considera le donne specie protetta e non protagoniste di una reale parità incentrata sul merito. Tuttavia alla loro cattiveria, rispondo con un sorriso, al grido viva le donne!!!".