Donazione di organi, crescono i “no” al rinnovo della carta d’identità: l’allarme del Centro trapianti

Nei primi tre mesi del 2025, su circa 950mila cittadini che hanno rinnovato la carta d'identità elettronica, oltre 380mila hanno espresso un rifiuto alla donazione degli organi dopo la morte. È il 40% del totale, la percentuale più alta registrata nell'ultimo decennio; a segnalarlo è il report del Centro nazionale trapianti, che da anni monitora le volontà espresse in vita al momento del rinnovo dei documenti. Un incremento delle opposizioni (+3,4% rispetto allo stesso periodo del 2024) che desta allarme tra i medici e gli operatori sanitari: ogni "no" può infatti significare una speranza in meno per uno dei tanti pazienti in lista d'attesa.
Dichiarazioni al Comune, ma senza informazione rischia di diventare un automatismo
Dal 2015 è possibile manifestare la propria scelta in merito alla donazione di organi anche in Comune, contestualmente al rilascio o al rinnovo della carta d'identità; si tratta di un'opzione pensata per semplificare le procedure e ampliare il numero di dichiarazioni, ma che, secondo il Centro trapianti, rischia di produrre l'effetto opposto. In moltissimi casi la domanda arriva infatti all'improvviso, in un contesto burocratico e spesso privo di un'adeguata informazione e il risultato è che molte persone, soprattutto quelle più incerte o meno informate, preferiscono dire "no", o addirittura non rispondere proprio. I dati, comunque, parlano chiaro: nei primi tre mesi dell’anno i "sì" sono stati 570mila (60,3%), i "no" 380mila (39,7%) e ben 680mila persone, cioè il 41,6%, si sono astenute, cioè non hanno espresso alcuna volontà. Un'astensione che, in assenza di indicazioni in vita, lascia poi la decisione finale ai familiari, spesso in momenti di grande dolore e incertezza.
Chi dice no: giovani e anziani i più titubanti
Analizzando i dati per fasce d'età, emergono tendenze interessanti: i più favorevoli alla donazione sono le persone tra i 40 e i 50 anni: in questa fascia i consensi superano il 68%, mentre i contrari si fermano al 31%. Diverso il discorso per i più giovani e per gli anziani: tra i 18 e i 30 anni, infatti, le opposizioni sono passate dal 33,6% del 2024 al 37,9% nel primo trimestre del 2025; un aumento che fa riflettere, specie considerando l'importanza dell'educazione civica e sanitaria nelle scuole. Tra gli over 60, poi, la percentuale dei contrari ha superato il 48%, in crescita di quasi tre punti rispetto all'anno precedente. Secondo Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti, questi numeri confermano che non si tratta solo di una questione di volontà, ma anche, e forse soprattutto, di consapevolezza: "Dobbiamo lavorare su chi ha dubbi, su chi non conosce davvero il significato del dono. Informare meglio significa salvare vite".
L'effetto concreto: meno donazioni, più liste d'attesa
L'aumento delle opposizioni incide direttamente sulla possibilità di effettuare trapianti; nel 2024, grazie al consenso di oltre 1.700 donatori, sono stati realizzati ben 4.602 trapianti: oltre duemila reni, quasi 1.700 fegati, ma anche cuori, polmoni, pancreas e persino un trapianto intestinale. Un solo donatore può infatti aiutare fino a sette persone, che diventano nove grazie ad alcune tecniche particolari. Ma i pazienti in attesa restano tanti: oggi sono 8.234 in tutta Italia, più di 5.900 hanno bisogno di un rene, oltre mille aspettano un fegato, altri un cuore, polmoni o pancreas; per molte di queste persone il tempo è una variabile determinante: vivere in attesa di un trapianto significa spesso sottoporsi a terapie invasive e usuranti, come la dialisi, senza alcuna certezza sull'esito.
La mappa della generosità: Verceia, Trento e Mele ai primi posti
Nonostante il generale aumento delle opposizioni, in Italia non mancano esempi di generosità. Il Comune più virtuoso nel 2024 è stato Verceia, in provincia di Sondrio: su 158 dichiarazioni, ben 138 "sì" e un solo "no". Tra i piccoli centri spiccano poi anche Cinte Tesino (Trento) e Longano (Isernia), mentre tra le grandi città Trento si conferma la più generosa, con oltre il 73% di consensi. Ma non è certo l'unica. In Liguria, il primato va a Mele, borgo dell'entroterra genovese, dove ben il 98,2% di chi ha espresso la propria volontà ha detto sì: su 170 dichiarazioni, solo tre sono state negative. Un esempio che dimostra come, con la giusta informazione e sensibilità, si possa superare la diffidenza.
Una campagna per cambiare rotta: "Ha detto sì"
In vista della Giornata nazionale della donazione dell'11 aprile, il Centro nazionale trapianti ha lanciato una campagna social dal titolo "Ha detto sì"; l'obiettivo è duplice: da una parte sensibilizzare l'opinione pubblica, dall'altra contrastare la disinformazione che ancora circonda il tema della donazione. In parallelo, sarà avviata un'indagine demoscopica su scala nazionale per comprendere meglio le ragioni che spingono le persone a dire "no" o a non esprimersi: "C'è un'Italia generosa – ha detto Feltrin – ma ce n'è un'altra che va convinta, accompagnata, informata. Donare non costa nulla e può salvare una vita. È un atto di responsabilità civile, oltre che un gesto di profonda umanità".