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Domani scatta il cambio dell’ora solare, al Parlamento europeo torna la proposta per abolirlo

Tra sabato 26 e domenica 27 ottobre bisognerà riportare indietro le lancette degli orologi di un’ora, per tornare all’ora solare, come avviene da decenni in Italia e in altri Paesi. Ma non tutti sono d’accordo. Al Parlamento europeo, oltre 60 deputati hanno chiesto di abolirla. Una proposta per farlo era arrivata nel 2018, ma è bloccata da anni.
A cura di Luca Pons
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Immagine da Getty.

Domani, domenica 27 ottobre, ripartirà l'ora solare. Alle ore 3 di questa notte, gli orologi torneranno automaticamente alle 2, e si guadagnerà un'ora di sonno. L'alternanza è stata fissata in Italia, per legge, dal 1965, e in Europa in modo coordinato dal 2002. Ma c'è chi si oppone, e chiede di abolire il meccanismo di ora legale e ora solare. Una proposta nell'Ue è in lavorazione – ma ferma – da anni, e oggi 67 parlamentari europei hanno scritto alla presidente del Parlamento, Roberta Metsola, chiedendo che i lavori ripartano e che il tema sia considerato una priorità in questa nuova legislatura.

Si tratta di parlamentari che non appartengono a una sola area politica. Anzi, tra i firmatari ci sono i rappresentanti di gruppi anche molti distanti: da Verdi e Socialisti ai Conservatori (il gruppo di Fratelli d'Italia), dai liberali e i Popolari ai gruppi di estrema destra dei Patrioti (dove siede la Lega) e dei sovranisti. Solamente uno è italiano: si tratta di Salvatore de Meo, eletto con Forza Italia. Il ‘leader' dell'iniziativa, che intende riaprire i lavori sul tema, è invece l'irlandese dei Popolari Sean Kelly.

Il punto, per gli eurodeputati che hanno sottoscritto la lettera, è che quello di ora legale e ora solare è un sistema "obsoleto", nonché "nocivo per la salute". In più, si afferma che cancellare tutti i cambi d'ora rispetterebbe anche l'impegno dell'Unione europea di semplificare la vita quotidiana dei cittadini e diminuire le pratiche inutili.

Come se non bastasse, sostengono, uno dei punti principali che avevano motivato l'introduzione del cambio dell'ora non è più valido: il risparmio in bolletta. Ormai "i benefici in termini di risparmio energetico che una volta giustificavano la pratica del cambio dell’ora" si sono "ampiamente ridotti". E anzi ci sarebbe persino l'ipotesi che cambiare l'ora porti a "un aumento dei consumi".

Non è la prima volta che il tema viene affrontato a livello politico. Nel 2015, sempre dal Parlamento europeo era partita una sollecitazione nei confronti della Commissione europea, che allora era guidata da Jean-Claude Juncker. La richiesta era di valutare che effetti avesse il cambio dell'ora, se più positivi o più negativi, ed eventualmente abolirlo. Dopo anni di pressioni sulla questione, la Commissione si mosse.

Nel 2018, un sondaggio venne svolto tra i cittadini europei. Circa l'84% degli interpellati si disse favorevole a cancellare il cambio dell'ora. Di fronte a una risposta così netta, Juncker annunciò che l'iniziativa politica sarebbe partita. E infatti nello stesso anno la Commissione presentò una proposta che di fatto cancellava l'ora legale. Approvandola, si sarebbe rimasti stabilmente nell'ora solare (quella che scatterà domani), senza più cambiamenti.

Il Parlamento europeo sostenne l'iniziativa, e nel marzo 2019 approvò formalmente una risoluzione che sottolineava il suo supporto. In particolare, in questa risoluzione si chiedeva di chiudere la questione entro il 2021. Da allora però i lavori sono rimasti sostanzialmente fermi. Sia perché probabilmente il tema non è sentito come una priorità politica, sia perché nelle fasi iniziali del dibattito era sembrato complicato trovare un accordo tra tutti gli Stati membri su quale ora mantenere: quella legale, oppure quella solare. Le speranze far ripartire la pratica, al momento, non sono alte: l'Ungheria, che è presidente del Consiglio europeo fino alla fine di quest'anno, ha già fatto sapere che non intende occuparsene.

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