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Docente di italiano nelle classi con il 20% di stranieri: perché si rischia di creare scuole-ghetto

Il decreto Sport e Scuola ha avuto il via libera della Camera. Una delle novità del testo riguarda l’introduzione della figura del docente di italiano per stranieri, nelle classi con almeno il 20% di studenti stranieri. Caso (M5s): “La presenza di alunni con background migratorio varia in base al territorio, il rischio è che con una soglia del 20% i ragazzi stranieri vengano accorpati in alcune scuole”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Aula della Camera ha dato il via libera oggi al decreto Sport e Scuola, che passa ora all'esame del Senato, dove il provvedimento dovrebbe ricevere l'ok a stretto giro, entro il 30 luglio. Il ministro dell'Istruzione Valditara ha salutato con entusiasmo l'approvazione del dl, che introduce almeno due novità che potrebbero cambiare la vita in classe. L'obiettivo dichiarato dal governo è rendere la scuola più inclusiva.

"Tra le tante, mi soffermo su due misure: sostegno e stranieri. Per rispondere alla carenza di docenti di sostegno, 85mila insegnanti ad oggi non sono specializzati, potenziamo i percorsi di specializzazione attraverso una nuova offerta formativa. Le famiglie inoltre potranno decidere di chiedere la conferma del docente di sostegno che lavora al fianco del proprio figlio, così da garantire, anche in caso di supplenti, quella continuità didattica che è presidio fondamentale per la didattica di tutti ma in modo particolare per gli alunni più fragili. Gli studenti di origini straniere, inoltre, dovranno acquisire una conoscenza adeguata dell’italiano, con corsi obbligatori e docenti dedicati: la lingua è requisito fondamentale per una inclusione che sia vera e non solo predicata. Il nostro obiettivo", sottolinea Valditara in una nota, "è una scuola sempre più inclusiva e con standard qualitativi sempre più alti, in cui siano valorizzati e promossi i talenti di ogni giovane, indipendentemente dalle condizioni di partenza".

Le due norme citate da Valditara si trovano rispettivamente all'articolo 8 e all'articolo 11 del decreto. Oltre ad alcune norme per il potenziamento dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, nel decreto si stabilisce che, al fine di agevolare la continuità didattica, nel caso di richiesta da parte della famiglia un docente con abilitazione per l'insegnamento agli alunni con disabilità possa essere confermato con priorità nel posto di sostegno.

La seconda misura citata dal ministro invece riguarda la possibilità, con decreto del ministero dell'Istruzione, dell'assegnazione di un docente dedicato all'insegnamento dell'italiano per le classi aventi un numero di studenti stranieri paro o superiode al 20% degli studenti della classe. Il docente sarà di supporto agli altri insegnanti, e si dedicherà agli alunni che si iscrivono per la prima volta al sistema nazionale di istruzione e che non sono in possesso delle competenze linguistiche di base in lingua italiana.

Cosa sappiamo del nuovo docente di italiano per stranieri

Riguardo a questa nuova figura nel decreto non ci sono molti dettagli: si sa soltanto che i docenti verranno scelti tra quelli della classe di concorso A-23, ‘Lingua italiana per discenti di lingua straniera'. Il numero degli insegnanti per stranieri verrà indicato volta per volta tramite un decreto annuale del ministero, in base al fabbisogno. La misura non scatterà subito, ma il nuovo docente per stranieri farà il suo ingresso a scuola per l'anno 2025-2026. Ma non si sa ancora quante saranno le ore di lavoro di questi insegnanti, quali saranno i loro compiti e come verrà strutturata la loro attività in classe, che dovrà integrarsi con quella degli altri professori.

Non ci sono risorse in più per le assunzioni. Si specifica che le istituzioni scolastiche, "Ai fini dell'accertamento obbligatorio delle competenze in ingresso in lingua italiana secondo il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) e per la "predisposizione dei Piani didattici personalizzati finalizzati al pieno inserimento scolastico degli studenti stranieri che si iscrivono, per la prima volta, al Sistema nazionale di istruzione", potranno stipulare accordi con i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA), comunque "nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente".

All'articolo 11 si fa riferimento alle risorse, già stanziate, per il Programma nazionale ‘PN Scuola e competenze 2021-2027', soldi che saranno impiegati anche per attività di potenziamento didattico in orario extracurricolare, menzionate dallo stesso articolo 11, che partiranno invece dall'anno scolastico 2024-2025, e che, stando alle parole di Valditara, saranno corsi obbligatori per gli alunni stranieri che non posseggono le competenze linguistiche di base in lingua italiana, sempre per classi con un numero di alunni stranieri pari o superiore al 20%.

Antonio Caso, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera, ha definito il decreto "mille toppe", e ha espresso perplessità, in primo luogo sulla soglia indicata del 20% di alunni stranieri per classe, tetto minimo necessario per far partire le misure per l'inclusione e l'integrazione. Il M5s aveva proposto con un emendamento, a firma Orrico, Amato e Caso (che non è passato), di far scendere quella soglia al 5%, per evitare che soprattutto nelle aree del Sud Italia, dove il numero di alunni stranieri è più basso rispetto alle scuole del Nord, si creassero delle classi-ghetto.

"La presenza di alunni con background migratorio varia in base al territorio, il rischio è che con una soglia del 20% i ragazzi stranieri vengano accorpati in alcune scuole. Gli istituti potrebbero concentrare questi i ragazzi in poche classi, in modo da raggiungere la percentuale indicata dal decreto", ha spiegato Caso a Fanpage.it. "Il 20% può essere una soglia accettabile negli istituti in cui c'è un alto numero di alunni interessati. Ma dove la presenza di ragazzi interessati dalla norma è più bassa di finirà per raggrupparli. Per una migliore integrazione la strada secondo noi non è quella giusta, in alcune scuole potrebbe diventare un problema, più che una soluzione".

Docenti di sostegno riconfermati per ‘chiamata diretta'

Sulla questione della conferma del docente di sostegno a tempo determinato, su richiesta della famiglia – norma che entrerà in vigore per l'anno 2025-2026 – il M5s aveva poi sollevato alcune questioni pregiudiziali di costituzionalità, che sono state bocciate in Aula.

La norma dell'articolo 8 pone l'accento non solo sulla sulle richieste della famiglia, ma anche sulle valutazioni del dirigente scolastico, chiamato a considerare l'interesse dell'alunno. Nel testo si legge che "al docente in possesso del titolo di specializzazione per l'insegnamento agli alunni disabili può essere proposta la conferma, con precedenza assoluta rispetto al restante personale a tempo determinato, sul medesimo posto di sostegno assegnatogli nel precedente anno scolastico, fermi restando la disponibilità del posto, il preventivo svolgimento delle operazioni relative al personale a tempo indeterminato e l'accertamento del diritto alla nomina nel contingente dei posti disponibili da parte del docente interessato".

Ma la norma aggiunge anche che la stessa procedura può essere applicata per docenti privi del titolo ma inseriti nelle GPS (graduatorie provinciali per le supplenze) II fascia.

Nelle questioni pregiudiziali il M5s sottolineava che "tale disposizione, che rappresenta una sorta di chiamata diretta dei docenti di sostegno, appare in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione in quanto iniqua nei confronti dei docenti stessi e in palese violazione delle procedure di reclutamento dei docenti e di conferimento delle supplenze, nonché affatto rispettosa delle regole di trasparenza e del merito, svalutando di fatto il sistema di Istruzione mercificandone la funzione educativa e didattica".

"Per noi va bene il coinvolgimento delle famiglie – ha detto Caso a Fanpage.it – Ma i genitori chiamati a giudicare gli insegnanti di sostegno ne hanno davvero le competenze? La parte più vulnerabile di questa decisione è poi quella che riguarda i docenti di sostegno senza specializzazione. È evidente che questa norma è ai limiti della costituzionalità: viene dato a persone esterne alla scuola la possibilità di valutare docenti che dovrebbero entrare per concorso. Ci preoccupa il fatto che l'ultima parola l'avrà il dirigente scolastico, che avrà il potere di confermare qualcuno e farlo andare avanti, senza tenere conto della graduatoria. Si parla spesso della necessità di semplificare la burocrazia, questo processo rischia di rendere l'organizzazione più complessa: bisognerà capire volta per volta come coprire il fabbisogno, se far scorrere o meno le graduatorie. Ci sembra più una trovata mediatica che una vera soluzione".

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