Dl sicurezza, viceministro Mauri (Pd): “Salvini aveva creato insicurezza, modificarli era giusto”
Portata a casa la modifica dei decreti sicurezza, il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri, rilancia. E punta a cambiare anche la legge Bossi-Fini e a portare avanti la discussione sul tema della cittadinanza, ovvero su Ius soli e Ius culturae. Il deputato del Pd e rappresentante del Viminale spiega, in un’intervista a Fanpage,it, quelli che devono essere i prossimi obiettivi del governo sul tema dell’immigrazione e della cittadinanza, rivendicando il risultato ottenuto con la modifica dei cosiddetti decreti Salvini. Inoltre, il viceministro dell’Interno spiega quali sono le richieste dell’Italia sulla riforma del regolamento di Dublino.
La modifica dei decreti sicurezza
Mauri ricorda come si sia deciso di intervenire “sulla parte dell’immigrazione all’interno dei decreti Salvini perché siamo convinti che proprio quelle norme hanno determinato non più sicurezza, ma più insicurezza”. In particolare, “aver tolto la protezione umanitaria ha aumentato il numero di irregolari in Italia, nel giro di pochi mesi, di 33mila persone. Aver modificato il sistema di accoglienza, impedendo ai richiedenti asilo di accedere ai servizi di accoglienza strutturata, diffusa sul territorio, aver costruito grandi centri, ha creato un problema di convivenza. Noi siamo convinti che queste cose sono state fatte apposta, in maniera scientifica”, è l’accusa del viceministro.
Motivi per cui il governo ha deciso di togliere “di mezzo tutte queste cose e anche altre e, date le condizioni esterne, credo che siamo riusciti a fare una cosa molto buona, un testo molto avanzato con una sintonia generale molto forte e non era scontato, nel minor tempo possibile”. Ma ora bisognerà convertire il decreto in legge attraverso l’iter parlamentare: “Sarà una bella battaglia, non so se porteranno i fumogeni, ma sarà una bella battaglia”. Il deputato del Pd rivendica anche di aver completamente modificato l’approccio rispetto alle Ong: “È cambiato tutto, prima c’era il tentativo di criminalizzare chi salvava le vite in mare, qui c’è esattamente l’opposto. Non solamente perché togliamo le sanzioni amministrative, lasciando chiaramente la parte penale. Qua si dice una cosa in più, che se una nave che fa intervento avvisa le autorità competente, in quel caso non incorre in nessun modo neanche nel rischio di essere sanzionata”.
Mauri: vantaggio elettorale per Salvini? Non mi interessa
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha già avviato una raccolta firma per abolire le modifiche apportate ai suoi decreti. Per qualcuno il rischio è che questa decisione del governo lo avvantaggi da un punto di vista elettorale. Ma Mauri risponde, senza alcun dubbio: “Posso dire che non mi interessa? Questa è una cosa giusta da fare. E le cose giuste da fare, si fanno. Noi stiamo facendo delle scelte che parlano al cuore, i valori, e alla testa, interesse e razionalità. Noi non vogliamo fare politica che parli alla pancia, perché a me quella cosa lì fa schifo”.
La modifica della Bossi-Fini e lo Ius soli
Non c’è solo “la soddisfazione di aver cancellato la parte dell’immigrazione dei decreti Salvini”, che “già è forte ed è stato un passo avanti molto rilevante”. Bisogna puntare a qualcosa in più, secondo Mauri: “Adesso dobbiamo mettere mano al tema della cittadinanza, cioè la legge sulla cittadinanza, tutta quella discussione Ius culturae, Ius soli, e bisogna rimettere mano alla Bossi-Fini. Se la domande è: ce la farete? Questo dipende molto dalle condizioni politiche. Io penso che sia importante e per noi è una priorità. Però è chiaro che di questo dobbiamo parlare con tutte le altre forze politiche, ma dentro la Bossi-Fini c’è il problema, cioè il problema sta nel manico, noi abbiamo una legge da tantissimi anni, ormai peraltro ampiamente superata dalla realtà, che non prevede nessun canale legale di ingresso nel nostro Paese. E lì si costruisce l’irregolarità e l’illegalità“. Per quanto riguarda la legge sulla cittadinanza, il deputato Pd prosegue: “Credo che dovremmo tornarne a parlare. In realtà di questo si è sempre parlato fino ad ora in maniera molto politica, mai dal punto di vista di governo o di norme. Penso che adesso si debba assolutamente iniziare a parlarne”.
Le richieste dell’Italia sul regolamento di Dublino
Il tema migratorio rimane però da affrontare a livello europeo. E su questo Mauri rivendica il profilo europeista dell’attuale governo: “Noi siamo riusciti a portare questo governo in una sintonia molto forte con l’Europa, grazie al Pd. Un risultato è prima il pre-accordo di Malta fatto dal ministro Lamorgese che ha già portato risultati, ma soprattutto la riapertura ufficiale, sul tavolo c’è il documento aperto, sul regolamento di Dublino. Che così com’è proposto a noi non va ancora bene, ma noi abbiamo avuto il risultato di rimettere la discussione sul tavolo”.
Mauri mette in fila le principali richieste che il governo avanza per modificare il patto sull’immigrazione proposto dalla Commissione europea: “Noi poniamo il tema della ricollocazione obbligatoria, dopodiché ci rendiamo conto che questo non sia facile, ma pensiamo che questo debba essere l’obiettivo da perseguire, poi sicuramente un sistema sanzionatorio rispetto a quei Paesi che non dovessero rendersi disponibili molto, molto pesante con risorse da utilizzare esattamente su questo, per l’Italia e per tutti i Paesi più esposti. E poi bisogna capire bene a chi si applica la ricollocazione. Solo quelli che arrivano per mare? Quelli che arrivano anche via terra? Quelli che arrivano solamente con operazioni di salvataggio? Quelli che arrivano con gli sbarchi autonomi? Queste sono cose molto rilevanti che devono essere chiarite”.