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Dl Semplificazioni, stralciata la norma sul condono edilizio

Al vertice di questa sera, convocato a Palazzo Chigi dal premier Conte, si discute della bozza del dl Semplificazioni. Il condono edilizio, che aveva già sollevato polemiche nella giornata di oggi, sarebbe stato stralciato dal decreto. A chiedere l’eliminazione dell’articolo 10 dalla bozza è stata la maggioranza compatta.
A cura di Annalisa Cangemi
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È in corso a palazzo Chigi una riunione, convocata dal premier Conte, e allargata anche ai rappresentanti dei gruppi di maggioranza, e non solo ai capi delegazione, per discutere della bozza del dl semplificazione. Il premier vorrebbe chiudere la partita in tempo per il Consiglio dei ministri di giovedì. A quanto si apprende sarebbero state stralciate dal decreto le norme relative a condono e assunzioni per il Mibact. In un primo momento si era parlato dello stralcio delle assunzioni nella Pa. Lo riferiscono fonti della maggioranza all'Adnkronos. A quanto si apprende il presidente del Consiglio avrebbe difeso la norma sul condono; poi però la maggioranza compatta ha ottenuto lo stralcio.

La norma aveva scatenato già polemiche. Si tratta dell' articolo 10 della bozza del dl Semplificazioni. I punti contestati nel testo sono due: gli abusi edilizi e l’accertamento di conformità. Per quanto riguarda il primo caso nel decreto veniva introdotta una semplice sanzione amministrativa per gli abusi edilizi che non hanno comportato un aumento del carico urbanistico. Nella bozza veniva specificato che "Le opere che, un tempo, erano soggette a mera autorizzazione comportano, di norma (ossia fuori dai casi di presenza di vincoli) l’applicazione di una sanzione pecuniaria (commisurata al doppio del valore incrementale). Analogamente, per le sole opere non comportanti aumento di carico urbanistico né vincolate, si è prevista una prescrizione decennale della violazione amministrativa"

Il secondo punto su cui si è a lungo dibattuto è la possibilità di estendere l’accertamento di conformità alla pianificazione urbanistica vigente anche alle opere conformi al piano regolatore solo al momento attuale, e cioè a quelle opere che oggi sono idonee rispetto al piano, ma "non lo erano al momento della loro iniziale realizzazione". In pratica queste non verrebbero demolite, se venisse riscontrata la "attuale conformità dell’opera". Nel testo si legge che "tale accertamento di conformità non opera alcuna sanatoria retroattiva, ma si limita a riscontrare l’attuale conformità dell’opera. Conseguentemente, non estingue i reati eventualmente già commesso ed è assoggettato a una più onerosa contribuzione pecuniaria". Una norma analoga della Regione Sicilia era stata già bocciata dalla Consulta nel 2017, che l'aveva definita "condono surrettizio".

Il sottosegretario dell'Ambiente, il dem Roberto Morassut, aveva spiegato in una nota che la norma sul condono edilizio sarebbe stato un elemento "insidioso", e aveva aggiunto: "Chi l'ha scritta non può non rendersi conto che essa è molto più grave di un condono. È una norma ‘ammazza suolo'. In totale contrasto con l'obbiettivo dichiarato di questo Governo di limitare il consumo di suolo e perseguire l'obbiettivo del saldo zero entro il 2050".

"Non se ne può più. Ad ogni provvedimento una manina prova ad infilare un condono. Se almeno avessero il coraggio di metterci la faccia! Sarebbe un confronto interessante: sarei curiosa di sapere come si ritiene di conciliare legalità, sicurezza dei territori, Green new deal, innovazione ambientale con il provvedimento più antico e pericoloso di questo Paese, il condono edilizio", si era sfogata la deputata LeU Rossella Muroni. "Un grande classico che, insieme alla rottamazione delle auto pro diesel, continua ad essere riproposto con l'arroganza di spacciarla come misura anti-covid e innovazione. condono, rottamazione pro diesel e pure il Ponte sullo stretto: il rosario delle stupidaggini e' completo e la misura e' colma".

"L'ennesimo condono edilizio aumenterebbe, anziché diminuire, il consumo di suolo e l'insicurezza dei cittadini in un Paese già fragile. Sarebbe esattamente il contrario di quello che dovremmo fare e per il quale questo governo è nato".

Le assunzioni stralciate nel vertice di questa sera sarebbero quindi quelle chieste dal ministro Dario Franceschini per il il suo ministero, il Mibact, oltre a quelle previste dall'articolo 19 comma 6, ovvero incarichi dirigenziali a termine a chiamata diretta, spiegano altre fonti di governo.

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