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Dl Semplificazioni, il governo passa la prova del Senato: via libera alla fiducia

Il governo passa la prova del Senato e incassa la fiducia posta sul decreto Semplificazioni. Sono stati 157 i voti favorevoli, 82 quelli contrari. Il provvedimento è passato prima in commissione Bilancio in seguito alla richiesta di riformulazione di alcune norme da parte della Ragioneria dello Stato.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il governo incassa la fiducia al Senato sul dl Semplificazioni. Sono stati 157 i voti favorevoli, 82 quelli contrari e 1 astenuto. I votanti sono stati 240, fissando la maggioranza a 120. Si tratta della prima lettura per il provvedimento che deve essere convertito in legge entro il 14 settembre. L’inizio del voto di fiducia a Palazzo Madama è slittato a causa del riesame da parte della commissione Bilancio che ha dovuto valutare il maxi-emendamento proposto per sostituire l’intero testo. I controlli della commissione sono stati necessari in seguito ad alcuni rilievi sollevati dalla Ragioneria dello Stato riguardanti delle norme contenute nel provvedimento.

La fiducia e le riformulazioni della Ragioneria

La Ragioniera ha chiesto di riformulare, tra le altre cose, la norma del decreto Semplificazioni che permetteva ai professori e ai ricercatori universitari di prestare consulenze private senza limiti retributivi. Norma su cui si era aperto uno scontro nel Movimento 5 Stelle. Ad annunciare la questione di fiducia è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, spiegando che il maxi-emendamento “recepisce, con alcune correzioni tecniche, le proposte emendative approvate in commissione. Il testo reca l’inserimento di una disposizione particolarmente urgente per la proroga al 30 settembre 2020 il termine per la concessione dei contributi per i danni lievi riportati a causa del sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016, in scadenza il 20 settembre prossimo”.

Dl Semplificazioni: Salvini ironizza, Renzi esulta

Sul dl Semplificazioni interviene il leader della Lega, Matteo Salvini, ironizzando sulla norma – poi stralciata – che consentiva, nella provincia autonoma di Bolzano, di iscriversi agli ordini professionali sanitari anche senza conoscere l’italiano: “Sufficienza di conoscenza del tedesco per i medici in provincia di Bolzano? Bocciato. Fallisce la trama del Pd, disposto a forzare le regole pur di avere l'appoggio dell'Svp. Oggi vince il buonsenso, nel sacro rispetto dell'autonomia e della logica, perdono i giochini di palazzo”. La norma è stata stralciata dopo l’intervento della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che l’ha ritenuta estraneo alla materia del decreto.

Interviene anche il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi: “Oggi per Iv è un giorno di festa, l'aver portato all'attenzione di questa maggioranza e poi del Parlamento quello che noi abbiamo definito piano shock e qui denominato decreto Semplificazioni è un risultato politico importante. Diamo atto al governo di essere stato di parole e voglio esprimere la mia gratitudine al presidente del Consiglio e alla maggioranza. C'è molto di quello che avevamo chiesto”.

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