Dl Giustizia, la Camera approva la fiducia: arrivano regole più stringenti sulle intercettazioni
La Camera ha approvato la fiducia al decreto Giustizia. I voti favorevoli sono stati 201, i contrari 125 e cinque gli astenuti. Il decreto contiene in realtà moltissime norme (dagli incendi boschivi al recupero delle tossicodipendenze, dal personale della pubblica amministrazione alle norme di processo penale e civile), ma ha preso il nome soprattutto dalle modifiche alle regole sulle intercettazioni.
Questa sera arriverà anche il voto finale di approvazione del decreto, che poi passerà al Senato per essere approvato la settimana prossima. I tempi sono stretti, perché il decreto è stato pubblicato il 10 agosto e quindi dopo il 9 ottobre scadrà, a meno che il Parlamento non concluda l'iter.
Cosa cambia per le intercettazioni con il dl Giustizia
Le norme dentro il dl, come detto, sono varie. Per quanto riguarda le intercettazioni, sarà creato un archivio centrale digitale in cui queste saranno conservate. Lo strumento di indagine delle intercettazioni si potrà usare anche per i reati (che siano effettivamente commessi o solo tentati) che hanno a che fare con il traffico di rifiuti, ai reati con aggravante di metodo mafioso, ai sequestri di persona con lo scopo di estorcere denaro e al terrorismo.
Nei fatti in molti di questi casi le intercettazioni si usavano già, ma una sentenza della Corte di Cassazione nel 2022 aveva rischiato di renderle inutilizzabili, perché non era esplicitamente previsto nella legge che potessero essere utilizzate. L'intervento del governo, però, ha cancellato ogni dubbio. Saranno frenate, invece, le cosiddette intercettazioni a strascico (cioè quelle che portano ad aprire altre indagini) si potranno usare solo per i reati di mafia e di terrorismo. In più, si è previsto che quando si trascrivono le intercettazioni nei verbali di polizia giudiziaria non dovranno essere riportate le parti "irrilevanti" per l'indagine.
Dal 2024 l'8 per mille per il recupero della tossicodipendenza
Ci sono poi le altre norme del decreto legge. Per chi appicca un incendio in un bosco, la pena minima sale da quattro a sei anni di carcere. Per i roghi colposi, partiti cioè senza l'intenzione del colpevole, la pena più bassa passa da uno a due anni. La pena sarà aumentata di un terzo, e fino alla metà, se la persona interessata ha agito per guadagnarci (o per far guadagnare altri), se ha abusato dei suoi poteri o se è stata negligente nell'eseguire i suoi incarichi di prevenzione.
In più, nel decreto c'è la possibilità di destinare l'8 per mille al "recupero delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche" a partire dal 2024. Ancora, con il decreto finisce ufficialmente l'obbligo di isolamento per i positivi al Covid-19, così come il divieto di restare in spazi chiusi senza mascherina Ffp2.
Forza Italia rivendica la stretta sulle intercettazioni: "Siamo garantisti"
Forza Italia è intervenuto con Paolo Emilia Russo: "La lotta contro la criminalità rappresenta una priorità, ma il diritto alla legalità e alla sicurezza deve essere garantito senza consentire la violazione sistematica e ingiustificata delle leggi che proteggono la presunzione di innocenza e la riservatezza", ha detto. "Abbiamo apprezzato che la maggioranza abbia condiviso tre importanti proposte di Forza Italia in direzione garantista. Basta intercettazioni ‘a strascico', trascrizione solo di quelle rilevanti per le indagini, divieto di trascrivere conversazioni personali che non abbiano attinenza col processo. Il garantismo è uno dei valori fondanti di Forza Italia, un principio che consideriamo inderogabile".
Opposizioni dure: "Diciannovesima fiducia dell'anno, Parlamento mortificato"
Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia per accelerare i lavori del Parlamento sul decreto. Una scelta duramente criticata dalle opposizioni: "C'è un ricorso ossessivo al voto di fiducia e alla decretazione d'urgenza. È una mortificazione per il Parlamento, per il lavoro parlamentare", ha detto Federico Gianassi, capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera. "Giorgia Meloni, fin quando è stata all'opposizione, ha sempre censurato l'uso da parte dei governi che erano in carica. Evidentemente si è dimenticata delle vecchie battaglie". E per quanto riguarda le intercettazioni, "le differenze nella maggioranza sono state palesate in commissione perché Forza Italia ha presentato molti emendamenti per cambiare radicalmente il testo. Alla fine hanno fatto un pastrocchio".
Per il Movimento 5 stelle la dichiarazione di voto sulla fiducia è stata affidata ad Andrea Quartini: "Questo governo e questa maggioranza confondono le vere emergenze con le notizie di cronaca. Una vera emergenza è l'intreccio tra mafia e corruzione e il governo pensa bene di impedire le cosiddette intercettazioni a strascico per i più gravi reati contro la Pubblica amministrazione. In Parlamento siamo in piena dittatura della maggioranza".
Antonio D'Alessio, deputato di Azione, ha dichiarato: "L'uso smodato che questo governo fa dell’apposizione della fiducia svuota il Parlamento della propria funzione. Il nostro Paese invece richiederebbe una regolarità fondamentale, perché minare la certezza del diritto rappresenta un pericoloso precedente". Filiberto Zaratti ha parlato per l'Alleanza Verdi-Sinistra: "Oggi il governo ci chiede di votare la diciannovesima fiducia del 2023. Siamo alla follia".