Via libera definitivo al decreto legge 113 / 2016, Misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio, più noto come Dl Enti Locali. Si tratta di un testo cruciale, perché contiene la ripartizione delle risorse agli Enti locali e una serie di norme in materia sanitaria, culturale, agricola e ambientale, nonché le misure per comuni e zone colpite dal calamità ambientali. Sia alla Camera che al Senato, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Il decreto si compone di 25 articoli, suddivisi in 6 capi. Nella parte relativa agli enti territoriali, il decreto interviene su alcuni aspetti di particolare rilevanza per il finanziamento delle pratiche amministrative: l'articolo 1 e articolo 2 si occupano del Fondo di solidarietà comunale, disponendo una graduale diminuzione delle risorse; gli articoli da 3 a 6 riguardano comuni e zone colpiti da calamità naturali; quelli da 7 a 10 disciplinano il Patto di stabilità interno per il 2015, le risorse per città metropolitane e province, il 16 e 17 riguardano le spese per il personale; l’articolo 18 il servizio di riscossione Enti locali.
Gli articoli 19 e 20 intervengono invece rispettivamente sui pagamenti della Pubblica Amministrazione in materia sanitaria e sulla spesa farmaceutica, con una serie di ulteriori misure per l’efficientamento dell’Agenzia per il Farmaco.
Cosa c'è nel dl Enti Locali
Il primo punto che interessa i comuni è quello relativo al Fondo di solidarietà comunale, che serve a compensare il mancato gettito derivante dall’abolizione della Tasi per la prima casa. Fino a ora i Comuni avevano a disposizione la quota fissa di 80 milioni, da ora in avanti avranno “fino a un massimo di 80 milioni”. Non proprio la stessa cosa, diciamo.
Sempre per quanto concerne il Fondo, la sua dotazione complessiva viene ridotta di 1,2 miliardi di euro. Un taglio netto che è accompagnato dalle perplessità dei tecnici del Senato che ribadiscono che “andrebbe assicurata la sostenibilità dell'applicazione graduale delle riduzioni fino all'anno in cui cesseranno tali agevolazioni”.
Anche perché ci sono alcuni Comuni che invece beneficeranno di agevolazioni consistenti: in particolare quello di L’Aquila e quelli di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 (che, unitamente alle prefetture, potranno anche assumere personale per il biennio 2017 – 2018). C’è poi lo sblocco dei fondi per gli indennizzi alle vittime dell’alluvione nel Sannio (fino a 100mila euro a beneficiario), per un totale di circa 15 milioni di euro per i prossimi due anni. Dieci milioni di euro è invece la cifra stanziata dal Governo per le famiglie delle vittime del disastro ferroviario in Puglia.
Uno dei punti più delicati è quello disciplinato dall’articolo 7, ovvero la rideterminazione delle sanzioni per le città metropolitane, le province e i comuni che non hanno rispettato il Patto di stabilità interno nell'anno 2015, che sono state attenuate di molto (e addirittura eliminate per Sicilia e Sardegna) proprio in relazione alla diminuzione del Fondo. I Comuni, in pratica, subiranno un taglio di risorse pari al 30% dello sforamento e non più al 100%. Parallelamente, come riporta Il Sole, "si allargano poi gli spazi assunzionali per i Comuni fra mille e 10mila abitanti caratterizzati da organici “leggeri”: il turn over si triplica, dal 25% al 75%, nei Comuni che nel 2015 avevano un rapporto fra dipendenti e popolazione inferiore a quello medio previsto per gli enti in dissesto". E c'è un fondo di 136 milioni per i Comuni che decidono di estinguere prima i mutui contratti con Cassa Depositi e Prestiti.
C’è una modifica importante al meccanismo del pareggio di bilancio, che viene ratificata dal Dl Enti Locali (ricordiamo che il patto di stabilità interno degli Enti Locali è stato invece sostanzialmente abolito dal 2016 in poi con la legge di stabilità di quest'anno):
Il comma 1 inserisce il comma 712-bis nella legge di stabilità 2016 prevedendo che per l'anno 2016 le regioni, le province autonome, le città metropolitane e le province conseguono il saldo di pareggio di bilancio solo in sede di rendiconto, quindi non in sede di bilancio di previsione. Inoltre, sempre limitatamente al 2016, i medesimi enti non sono tenuti ad allegare il prospetto contenente le previsioni triennali ai fini della verifica del rispetto del saldo di pareggio.
Dal bilancio possono poi essere esclusi “impegni del perimetro sanitario”. Come spiega Il Fatto, poi: “Gli enti locali avranno la possibilità, a partire dal 2020, di inserire stabilmente il fondo pluriennale vincolato tra le entrate e le spese finali in termini di competenza del bilancio. Nel prossimo triennio sarà la legge di Bilancio (che da ottobre unirà ddl Stabilità e ddl Bilancio) a prevedere, dopo una concertazione tra governo e Anci, quanta parte del fondo pluriennale vincolato inserire nelle entrate dei bilanci degli enti locali. Una legge dovrà poi definire i premi e le sanzioni da applicare alle Regioni, ai comuni, alle province, alle città metropolitane e alle province autonome di Trento e di Balzano, sulla base del rispetto o meno dell’equilibrio dei bilanci”.
Proprio alla spesa sanitaria è dedicato un capo importante del decreto. L’articolo 20 sancisce che la determinazione debba avvenire entro il 15 febbraio di ogni anno: in caso contrario sarà il ministero della salute a effettuarla, con riduzione del 5 percento del finanziamento. C’è un discusso trasferimento alle regioni delle quote di compartecipazione all’IVA relative al finanziamento del SSN degli esercizi 2014 e 2015, che potrebbe comportare, come notano i tecnici della Camera, un problema nelle casse delle Regioni.
C’è una stretta ai tempi e alle procedure di ripiano dei debiti della spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera, che l’AIFA calcola in circa 1 miliardo di euro per il solo 2015.
Tra le altre misure che hanno trovato posto nel provvedimento ci sono la riapertura delle rateizzazioni per i debiti con Equitalia, la previsione di 400 assunzioni per Vigili del Fuoco, 10 milioni di euro per il settore del grano, agevolazioni per gli allevatori, la proroga fino al 2020 delle concessioni per le spiagge.