Dl Cutro, Cassazione conferma i dubbi: “Decida la Corte di Giustizia Ue”. E sospende i provvedimenti
Vengono sospesi i procedimenti che riguardano dieci migranti trattenuti nel Cpr di Pozzallo e viene disposta la trasmissione degli atti alla Corte di giustizia europea, affinché si pronunci in via d'urgenza, in relazione alla garanzia finanziaria di 5mila euro richiesta ai richiedenti asilo in Italia. È quanto hanno deciso le Sezioni Unite Civili della Cassazione, che con una ordinanza interlocutoria hanno di fatto accolto la prospettazione della Procura generale.
Le Sezioni unite erano chiamate a vagliare 10 ricorsi del ministero dell'Interno sulle ordinanze con cui la giudice di Catania Apostolico e altri tribunali hanno deciso di non convalidare i trattenimenti di alcuni migranti, disposti dal questore di Ragusa in applicazione del decreto Cutro.
Il provvedimento è stato notificato questa mattina ai legali difensori dei migranti, che erano stati prima trattenuti nel centro di Pozzallo e poi rimessi in libertà, e conferma in parte la posizione della Procura generale che aveva chiesto il rinvio degli atti alla Corte di giustizia Ue sulla questione della cauzione di 5mila euro chiesta ai migranti per per evitare di essere trattenuti all'interno di strutture di trattenimento per richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri e attendere in libertà l'esito dell'iter della domanda di protezione.
Secondo la Cassazione, "il rinvio pregiudiziale attiene a una questione sul sistema europeo comune di asilo, il quale costituisce uno degli elementi fondamentali dell'obiettivo dell'Unione europea relativo all'istituzione progressiva di uno spazio di libertà sicurezza e giustizia aperto a tutti quanti, spinti dalle circostanze, cercano legittimamente protezione nell'Unione".
"Con le ordinanze delle Sezioni Unite civili della Cassazione sono sospesi fino alla pronuncia della Corte di Giustizia Ue i 10 ricorsi presentati dall'Avvocatura dello Stato per conto del ministero dell'Interno in merito alla mancata convalida da parte del tribunale di Catania dei decreti di trattenimento disposti dal questore di Ragusa per migranti tunisini in applicazione del cosiddetto decreto Cutro'‘, ha detto l'avvocato Rosa Maria Lo Faro, difensore di sei dei dieci migranti che nei mesi scorsi erano stati trattenuti dal questore di Ragusa e poi liberati dal tribunale di Catania.
Per la penalista "la Corte di Cassazione ha confermato i dubbi interpretativi che sono sorti dalla emissione del decreto Cutro. Qui in Italia le leggi non sono chiare, perché dovrebbero essere compatibili con le norme internazionali e non si capisce se lo sono. Per questo la Suprema Corte ha investito della questione la Corte Ue".
Cosa chiede la Cassazione alla Corte di Giustizia Ue
La Corte, nell'ordinanza della quale l'Agi ha preso visione, chiede se la direttiva "2013/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale", osti "a una normativa di diritto interno che contempli quale misura alternativa al trattenimento del richiedente (il quale non abbia consegnato il passaporto o altro documento equipollente), la prestazione di una garanzia finanziaria il cui ammontare è stabilito in misura fissa anziché in misura variabile, senza consentire alcun adattamento dell'importo alla situazione individuale del richiedente, né la possibilità di costituire la garanzia stessa mediante l'intervento di terzi, sia pure nell'ambito di forme di solidarietà familiare, così imponendo modalità suscettibili di ostacolare la fruizione della misura alternativa da parte di chi non disponga di risorse adeguate, nonché precludendo la adozione di una decisione motivata che esamini e valuti caso per caso la ragionevolezza e la proporzionalità di una siffatta misura in relazione alla situazione del richiedente medesimo".
La cifra contemplata nel cecreto Cutro riguarda infatti il versamento di una somma fissa di 4.938 euro da versare attraverso una fideiussione bancaria o una polizza fideiussoria assicurativa; non prevede allo stato attuale che soggetti terzi possano versare la somma per conto del soggetto interessato.