Divorzio, proposta di Ferranti (Pd): “Per il coniuge assegno di mantenimento più leggero”
“Bisogna evitare che si utilizzi un divorzio per conseguire finalità di arricchimento personale a spese dell’altro”. Così Donatella Ferranti, presidente della commissione giustizia alla Camera, spiega al Corriere la proposta di legge avanzata con il collega Walter Verini.
Quello che propone Ferranti è una modifica all’articolo 5 della normativa 1970, dove si stabilisce “l’obbligo di mantenimento per l’ex coniuge quando quest’ultimo non abbia i mezzi adeguati”.
Lo scorso maggio la Cassazione si era pronunciata per la prima volta contro l’assegno monstre, per cui il mantenimento mensile per il coniuge deve essere tale da fargli conservare il tenore di vita avuto durante il matrimonio. Con la sentenza i giudici dichiaravano ormai superato l'orientamento che collega assegno e tenore di vita, indicando "come parametro di spettanza dell’assegno, avente natura assistenziale, l' indipendenza o autosufficienza economica dell’ex coniuge che lo richiede".
Ora la nuova proposta secondo cui il tribunale dovrà stabilire l’assegno di mantenimento in base a determinati parametri: condizioni economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito della fine del matrimonio; contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare; formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune; reddito di entrambi i coniugi; mancanza di un’adeguata formazione professionale quale conseguenza dell’adempimento ai doveri coniugali.
Ferranti spera in un’approvazione in tempi record per la legge, auspicando una condivisione maggioritaria della proposta in commissione per iniziare poi la procedura legislativa.
Anche la deputata Pd sottolinea che: “In base alla nuova interpretazione della Cassazione l’ex coniuge che non percepisca quanto è strettamente necessario per vivere può pretendere solo gli alimenti senza che si possa fare alcun riferimento al rapporto matrimoniale ormai estinto”.
Quello che Ferranti, e il collega Walter Verini, chiedono è anche di stabilire una limitazione temporale chiara per l’assegno che tenga anche conto della durata del matrimonio: “C’è anche l’esigenza di contenere nel tempo la durata dell’aiuto economico prevedendone una limitazione temporale che tenga conto della durata del matrimonio”.