Il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini invece di assumersi mezza responsabilità, ieri è scappato da telecamere e giornalisti per tutta la mattina e infine, in dirittura di arrivo alla Camera non ha potuto non rispondere a chi gli chiedeva conto deltraffico ferroviario azzerato nella capitale a causa di un guasto. "Ci stanno lavorando gli ingegneri perché non è possibile investire miliardi di euro per migliorare i trasporti se uno alle 3 di notte a Roma pianta il chiodo nel posto sbagliato, rovinando la giornata di lavoro a migliaia di persone. Ho chiesto nome, cognome, indirizzo e codice fiscale di quelli che non hanno fatto il loro lavoro. Quando ci sarà questa conclusione lo saprò e lo saprete. Ho chiesto la verifica delle centraline in tutta Italia", ha dichiarato il leader della Lega.
La domanda è se un ministro può dire di voler conoscere le generalità di un singolo operaio per scaricarsi di ogni responsabilità. Può darsi che l'incidente di ieri mattina rientrasse in quella ristretta casistica degli incidenti la cui responsabilità è insondabile, assolutamente casuale e imprevedibile, ma è solo l'ultimo più eclatante episodio di ritardi, guasti e disservizi sempre più frequenti sulla rete ferroviaria. La sensazione sempre più diffusa è che il treno, alta velocità in testa, sia un mezzo tutt'altro che sicuro per arrivare in orario.
Il ministro avrebbe avuto il dovere fin dalla mattina, invece di postare sui social i suoi auguri ai nonni, di spiegare cosa era accaduto e cosa stava accadendo in quel momento, ma soprattutto perché negli ultimi mesi assistiamo a un aumento significativo dei ritardi, dei guasti e dei disservizi sulla rete ferroviaria.
Ieri Salvini era atteso alla Stazione Ostiense di Roma per la presentazione del nuovo brand delle ferrovie regionali. Sfumata la possibilità di fare la solita passerella ha annullato all'ultimo la sua presenza. Magari il rischio era anche incontrare qualche pendolare inferocito. L'insondabile e l'incalcolabile esisto, la giornata nera anche, il problema è quando decine di migliaia di persone sanno a che ora dovrebbe partire in teoria, ma non hanno nessuna certezza di quando arriveranno. Di questo Matteo Salvini dovrebbe, con calma, quando ha voglia e tempo, andare in parlamento a riferire. Riferire ad esempio su come funziona il sistema degli appalti e dei subappalti, e sui sistemi di sicurezza: hanno funzionato? Non hanno funzionato? Di chi è la colpa? Rientra nei suoi compiti occuparsi di tutto ciò, dare la caccia ha chi ha piantato un chiodo nel luogo sbagliato invece per farne il capro espiatorio è, come minimo, un esercizio indebito del suo potere e della sua posizione.