La proposta di legge per tutelare l’immagine dei minori sui social: ecco cosa cambierebbe
Avs ha presentato una proposta di legge per rafforzare il rispetto della privacy per i minorenni, in particolare sull'utilizzo delle immagini dei più piccoli sul web, dal titolo "Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni", a prima firma degli onorevoli Bonelli, Zanella, Fratoianni e Piccolotti.
Dalla prima ecografia al primo giorno di scuola, secondo uno studio in via di pubblicazione sulla rivista Journal of Pediatrics, le foto di un bambino nel suo primo anno di vita, condivise sui social network e reperibili online, sono già circa 300.
"Ogni giorno milioni di immagini e filmati riguardano direttamente o indirettamente dei minorenni e questo porta con sé problematiche inerenti allo stesso sfruttamento, anche commerciale, dell’immagine degli stessi soggetti minorenni", si legge nell'introduzione del testo di legge, composto da tre articoli.
"Anche se non intenzionale, questo fenomeno in crescita può esporre i bambini a diversi gravi rischi, tra cui la pedopornografia o un futuro disagio emotivo. Condividere immagini, video e qualsiasi tipo di contenuto con protagonisti i bambini significa, infatti, costruire il “dossier digitale” di un minorenne senza il suo consenso ed esporlo a gravi pericoli come il childgrooming, cioè una forma di adescamento che consiste nello stringere un rapporto d’amicizia con il minorenne grazie soprattutto ai dati reperibili in rete, condivisi spesso proprio dagli stessi genitori", si legge ancora nel testo. C'è poi il tema del benessere psicologico dei bambini: la generazione Alpha, quella dei bambini nati dopo il 2012, è la prima che si ritroverà a doversi confrontare, una volta cresciuta, con un archivio digitale della propria vita costruito su centinaia di contenuti che non ha deciso di condividere, con tanto di commenti da parte di sconosciuti. Senza considerare i problemi psicologici che possono scaturire dall'enorme esposizione dei bambini al giudizio degli altri sui social, decisa sempre da altri adulti al loro posto.
Di non secondaria importanza è poi l'aspetto economico: "Attraverso un’indagine strutturata su oltre 100 profili di influencer italiani e portoghesi, è stato evidenziato come i contenuti che hanno al centro i bambini abbiano un tasso di interazione circa 3 volte maggiore rispetto ai contenuti con solo i genitori. Dato che il valore commerciale di un profilo si misura sul numero di follower e la capacità di coinvolgerli, possiamo sicuramente dire che i bambini contribuiscono alla monetizzazione degli account dei genitori. Non a caso ormai sono sempre più frequenti quei profili che sono verticali sul minorenne, i contenuti hanno tutti al centro", scrivono ancora i parlamentari nella premessa.
Cosa dice la pdl di Avs a tutela dell'immagine dei minori
Secondo l'ultima bozza del testo, la proposta di legge è composta da tre articoli: il primo introduce alcune modifiche alla legge n. 112 del 2004 in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI, e in particolare all’articolo 10 in materia di tutela dei minorenni nella programmazione televisiva, al fine di garantire il minorenne di 14 anni in caso di diffusione di video e/o foto su una piattaforma di condivisione. In questo caso è obbligatoria una dichiarazione all'AGCOM da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale o dei rappresentanti legali.
Nei casi di sfruttamento delle immagini del minorenne si chiede che i conseguenti introiti debbano essere versati da chi esercita la responsabilità genitoriale, in un deposito bancario intestato al minorenne, che rimane inutilizzabile fino al compimento dei diciotto anni del ragazzo. Si specifica che "Eventuali prelievi possono essere autorizzati dall’autorità giudiziaria in caso di emergenza e in via eccezionale. L'autorità giudiziaria, può prevedere, che una quota del deposito possa essere lasciata a chi esercita la responsabilità genitoriale o ai rappresentanti legali".
E ancora, si prevede che le aziende che vogliono coinvolgere soggetti minorenni di quattordici anni nelle proprie campagne di influencer marketing, sono tenuti a chiedere contestualmente esplicita autorizzazione a chi esercita la responsabilità genitoriale e devono informare l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
L'articolo 2 riguarda il diritto all'oblio: "Il minorenne, al raggiungimento dei quattordici anni, anche in caso di immagini
pubblicate in rete prima della medesima età, può esercitare il diritto all’oblio digitale", si legge nel testo. Significa che può chiedere e ottenere la rimozione e cancellazione dal web e dai motori di ricerca di tutti quei contenuti e dati personali diffusi e
precedentemente messi in rete.
Infine l'articolo 3 chiede che venga conseguentemente aggiornato il Codice di autoregolamentazione Tv e minorenni, recepito dalla legge n.112 del 2004, secondo le disposizioni della nuova proposta di legge.
Infine è prevista l'emanazione di un DPCM, per emanare disposizioni e linee guida per i servizi di piattaforme di condivisione foto e/o video, al fine di informare sulle conseguenze della diffusione dell'immagine dei minorenni, in termini di rischi psicologici e legali. Le stesse linee guida serviranno a "incoraggiare gli utenti a segnalare contenuti audiovisivi con bambini di età inferiore ai quattordici anni che possano ledere la loro dignità o integrità morale o fisica"; ad "adottare tutte le misure appropriate per impedire il trattamento a fini commerciali, come il canvassing, la profilazione e la pubblicità basata sul targeting comportamentale, dei dati personali dei minorenni raccolti dai loro servizi quando un utente mette online
contenuti audiovisivi con un minorenne"; a "migliorare, in collaborazione con le associazioni di protezione dell'infanzia, l'individuazione delle situazioni in cui la produzione o la diffusione di tali contenuti possa ledere la dignità o l'integrità morale o fisica dei minorenni di quattordici anni in essi contenuti"; "agevolare l'esercizio da parte dei minorenni del diritto alla cancellazione dei dati personali".
"Avendo dei nipoti, ed essendo a contatto con l'infanzia, vedo che il rischio è la confusione tra la realtà e la virtualità, quando li vedo stare al telefonino già a 3 anni. A volte i bambini vengono utilizzati come influencer dai propri genitori, che si ritengono i proprietari. Questa proposta prende spunto da una normativa francese, noi stiamo ancora sistemando alcuni aspetti, ma ci lavoreremo. È una limitazione dei danni, non una soluzione, che deve essere culturale. Io lavorerei molto con le associazioni di genitori, perché aiutino a un salto di qualità, ci vuole una nuova etica, che si rapporti ai nuovi strumenti che abbiamo a disposizione, come l'intelligenza artificiale, quando circolerà di più", ha detto la deputata di Avs Luana Zanella durante una diretta social.