Diritti Lgbt, Italia scivola agli ultimi posti in Europa, è peggio dell’Ungheria di Orbàn
L'Italia non è un posto facile per la comunità Lgbt+: in Europa è 36esima, con un punteggio di 25 su 100 per quanto riguarda lo status legale, sociale e le discriminazioni subite dalle persone appartenenti alla comunità arcobaleno. Dietro persino all'Ungheria di Orbàn. A riportarlo è la classifica europea dell'ong Ilga Europe (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), che ogni anno in occasione del 18 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia, pubblica la sua Rainbow map. In questa mappa arcobaleno, l'Italia è una macchia rossa.
Discriminazione e diritti: l'Italia di Giorgia Meloni
La classifica quest'anno è particolarmente severa con il nostro Paese, che perde due posizioni rispetto al 2023 e scivola alla posizione numero 36 sui 49 Stati europei e asiatici presi in analisi. Nel 2022 l'Italia era 33esima. Già nel report annuale sull'anno passato pubblicato a febbraio, Ilga Europe riportava le molte criticità italiane nel rapporto con la comunità Lgbt+ e citava esplicitamente il governo Meloni: "L'hate speech continua a essere un problema serio in Italia e apertamente perpetuato dal governo di Giorgia Meloni, che ha promesso di affrontare la cosiddetta "lobby LGBT" e l'"ideologia gender – si legge nell'annual review – La stessa Meloni ha fatto diversi commenti ostili quest'anno, tra cui quelli sulla genitorialità omosessuale".
La Rainbow map conferma queste problematicità. La classifica di Ilga Europe è stilata seguendo 75 criteri, divisi in sette categorie principali: uguaglianza e non discriminazione, famiglia, crimini generati dall’odio e hate speech, riconoscimento legale del genere, integrità corporea intersessuale, spazio della società civile e diritto di asilo. Soprattutto sulla seconda, la famiglia, l'Italia ha fatto passi indietro per la contrarietà del governo a concedere diritti alle famiglie arcobaleno. Ma questo non basta a spiegare la posizione dell'Italia, che con un Rainbow index poco sopra il 25% è molto sotto la media dell'Unione europea (50,6%) e più vicina in classifica a Paesi come Turchia e Russia (rispettivamente 47esima e 49esima) che non a Spagna, Germania o Francia (tutte sopra il 60% nell'index).
Soprattutto, l'Italia è dietro ad alcuni Paesi in cui governano forze politiche che fanno dell'aperto contrasto alla comunità Lgbt+ un tratto distintivo. Tra queste si distingue l'Ungheria di Viktor Orbàn, 30esima in classifica e oltre 7 punti sopra l'Italia nel Rainbow index nonostante la legge anti-lgbt.
"Sempre più in fondo – commenta su X Alessandro Zan, deputato del Pd e firmatario della legge contro l'omotransfobia bloccata del 2021 – Questo è il risultato della crociata contro i diritti del governo Meloni".