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Direttori musei bocciati dal Tar: arriva la norma “salva stranieri”

Approvata in commissione Bilancio una norma che permette ai direttori stranieri di esercitare la loro funzione nei musei italiani. Dopo la bocciatura del Tar del Lazio si corre ai ripari.
A cura di Redazione Cultura
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Dopo la bocciatura da parte del Tar del Lazio delle nomine di 5 dei 32 super direttori dei musei italiani voluti dal ministro Dario Franceschini, arriva un emendamento alla manovra in discussione in Parlamento già ribattezzato "salva direttori musei". È infatti passato un emendamento in Parlamento, con il sì della maggioranza di governo, che prevede l'istituzione di una norma che salverebbe i direttori stranieri dei musei, dopo la sentenza del Tar che ha annullato cinque nomine.

L'emendamento del relatore alla Manovra è stato appena approvato in commissione Bilancio alla Camera, la norma prevede che "nella procedura di selezione pubblica internazionale" non si possano applicare i limiti previsti per il lavoro alle dipendenze della P.a, che impediscono ai cittadini Ue di accedere a posti che implichino "esercizio diretto o indiretto dei poteri ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale".

Questa norma, peraltro in vigore dal 2001 nell'ambito della riforma della pubblica amministrazione, ai tempi del governo Amato, con Bassanini Ministro e proprio Dario Franceschini sottosegretario con delega alla Funzione Pubblica, è infatti il cavillo di legge da che ha costretto, la settimana scorsa, i giudici del Tar ad applicare la sospensiva richiesta dai ricorrenti dopo le selezioni pubbliche.

Naturalmente, l'emendamento approvato oggi in commissione Bilancio alla Camera, interverrà sui direttori stranieri, ma niente potrà contro quelle sentenze del Tar che hanno rilevato irregolarità nelle procedure di selezione dei candidati a direttori dei musei italiani. Soltanto uno dei direttori "congelati", infatti, è straniero.

Gli altri quattro sono tutti cittadini italiani, verso cui la sospensiva del tribunale amministrativo si è rivolta per motivi dovuti a modalità di selezione non ritenuti dai ricorrenti, e poi dallo stesso Tar, non congrui relativamente all'assegnazione dei punteggi e del modo in cui sono stati svolti i colloqui (a porte chiuse e, in alcuni casi, via skype).

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