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Direttiva Case Green

Direttiva Case green, quali sono le prossime tappe per chi deve fare i lavori

La direttiva sulle Case green è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Ue. Entrerà in vigore tra venti giorni, e i ventisette Stati membri avranno due anni di tempo per recepirla. In Italia il numero di case coinvolte potrebbe sfiorare i 4 milioni, con costi che variano tra i 35mila e i 65mila euro, ma le stime per adesso sono incerte.
A cura di Luca Capponi
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L'Unione Europea ha inserito in Gazzetta Ufficiale Ue la nuova direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, meglio nota come direttiva sulle Case green. Ciò vuol dire che la norma entrerà in vigore fra venti giorni. Dopodiché i ventisette Stati membri dell'Unione europea avranno due anni di tempo per recepire questa norma, che punta ad avere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

La direttiva fa parte del pacchetto di riforme Fit for 55 e mira a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica. La direttiva era stata approvata in via definitiva dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo lo scorso 12 marzo ed è stata poi ratificata dal Consiglio Ecofin. Il testo potrà essere revisionato entro il 2028, se dovesse essere necessario.

Nei prossimi due anni tutti i Paesi europei, quindi anche l'Italia, dovranno presentare all'Ue una tabella di marcia che spieghi le modalità con cui intendono raggiungere gli obiettivi. Si tratta di un percorso a tappe. Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, standard che per gli edifici pubblici si applicherà invece già dal 2028. Per quanto riguarda gli edifici pubblici "con le peggiori prestazioni", il 16% di questi andrà ristrutturato entro il 2030, percentuale che dovrà arrivare al 26% entro il 2033. Infine, per le case, si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% fin dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Chi dovrà ristrutturare la sua casa in base alla direttiva

La direttiva impatterà su molti edifici italiani che andranno ristrutturati, anche se il numero preciso non è chiaro e cambia in base alla fonte che si utilizza. Secondo le stime fatte a dicembre dalla Commissione europea, in Italia gli edifici da ristrutturare entro il 2033 sarebbero tra i 3,1 ed i 3,7 milioni. Un'altra analisi, invece, pubblicata da Unimpresa, stima che in Italia ci siano 12,5 milioni di case e, su queste, 7,6 milioni (quindi il 61%) sono classificate nelle classi energetiche peggiori, ossia la F e la G. Va però ricordato che la classe di energetica di appartenenza non è più il criterio decisivo per stabilire quali edifici siano da ristrutturare, come invece era stato deciso in una precedente versione del testo. Quindi non è automatico che le case di classe F e G siano soggette ai vincoli della direttiva.

Da ricordare comunque la presenza di deroghe, che potrebbero abbassare ulteriormente il numero di case coinvolte. Sono infatti esclusi dalla direttiva gli edifici di carattere storico , le seconde case che si usano per meno di quattro mesi all'anno, gli edifici provvisori e gli immobili sotto i 50 metri quadrati di superfici. La palla ora passa al governo italiano, che dovrà definire i criteri per individuare quali case rientrino nell'obbligo di ristrutturazione e quali no.

Quanto costano gli interventi

Per la ristrutturazione degli edifici non in linea con la direttiva una delle tante stime fatte è quella del Codacons, che ipotizza una spesa media compresa tra i 35mila ed i 60mila euro per ogni abitazione: "I lavori di riqualificazione più comuni – analizza il Codacons – e che interessano cappotto termico, infissi, caldaie e pannelli solari hanno costi molto diversificati a seconda della tipologia dei materiali scelti e dell’ubicazione territoriale degli edifici. Il cappotto termico, ad esempio, ha un costo medio compreso oggi tra i 180 e i 400 euro al metro quadrato, mentre per gli infissi la spesa varia in media da 10 a 15mila euro". Solo per la sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione, in Italia, la spesa può sfiorare i 16.000 euro.

Secondo i calcoli realizzati invece da "Scenari Immobiliari" i costi potrebbero essere più bassi, seppur di poco: si parla di un costo delle singole ristrutturazioni tra i 20mila e i 55mila euro circa. Secondo il report, la spesa massima è 50mila euro per gli immobili unifamiliari, 40mila euro per gli edifici da uno a otto unità immobiliari e 30mila se gli edifici hanno più di otto unità. Quindi la spesa minima per fronteggiare la costruzione del cappotto termico oscillerebbe tra queste cifre, anche se la spesa effettiva per le famiglie dipenderà dalle condizioni specifiche di ciascun immobile (oltre che dagli incentivi che il governo deciderà di mettere in campo).

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