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Dipendenti statali: ad aprile arriva l’aumento di stipendio, ma saranno solo 8 euro in più al mese

L’aumento di stipendio per i dipendenti statali scatterà ad aprile, ma si tratterà – almeno per i primi tempi – di un incremento lieve: solamente 8 euro in più al mese, mediamente. Una cifra che verrà quasi raddoppiata in estate e che dovrebbe arrivare fino a 50 euro mensili in più entro il 2021.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’aumento per i dipendenti statali arriverà nel 2019, ma, almeno all'inizio, sarà più basso di quanto molti lavoratori si attendono. Si tratterà di un aumento mini, con soli 8 euro lordi al mese (di media) in più. E partirà da aprile. Un ulteriore incremento arriverà a luglio, quando si andrà incontro a una media mensile di 13-14 euro in più. L’aumento riguarda solo i dipendenti pubblici ed è previsto dalla legge di Bilancio: a fare i conti sulla base degli stanziamenti per il rinnovo dei contratti per il triennio 2019-2021 è il Messaggero. I precedenti incrementi risalgono ai primi mesi dell’anno, ma si trattava solamente degli arretrati relativi allo scorso biennio: 2016-2018. Un aumento previsto in seguito alla contrattazione nata dalla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco degli aumenti scattato nel 2010 in seguito alla crisi.

Ora il governo prevede 1,1 milioni di euro per il 2019, che andranno ad aumentare nel 2020 (1,4) e nel 2021 (1,8). Per questo triennio, in realtà, erano già stati stanziati 1,3 miliardi per quella che viene definita l’indennità di vacanza contrattuale, ovvero la somma riconosciuta per legge quando il contratto è scaduto e non è ancora terminata la nuova trattativa. Ad aprile sarà proprio questa la voce che vedrà un aumento. Inoltre, il governo utilizzerà anche 140 milioni di euro avanzati dalle risorse stanziate per lo scorso triennio, mettendoli in bilancio per il 2019.

Cos’è l’indennità di vacanza contrattuale

Per quanto riguarda gli aumenti degli stipendi, come spiega ancora il Messaggero, il parametro di riferimento è la stima dell’inflazione misurata dall’indice armonizzato europeo (Ipca) al netto dei beni energetici importati. L’Istat, per il 2019, ha previsto un aumento dell’1,4%. Dopo tre mesi di vacanza del contratto viene riconosciuto il il 30% di questa percentuale, ovvero lo 0,42% del totale. Dopo sei mesi il 50%, ovvero lo 0,7%. Quest’aumento non si valuta sull’intera retribuzione ma solo sulle voci stipendiali che in media per gli statali sono 25.184 euro l’anno. Si applicano le percentuali su riportate a queste cifre e si ha il dato riguardante l’aumento medio.

A entrare in vigore saranno prima questi aumenti, a cui solamente in un secondo momento seguiranno quelli contrattuali veri e propri. Non solo, perché successivamente arriverà l’aggiunta di altre voci come l’elemento perequativo, quello previsto per chi a causa dell’aumento contrattuale perde il bonus degli 80 euro; e il trattamento accessorio per i corpi di polizia, militari e vigili del fuoco. Secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio, l’aumento sarà dell’1,3% per il 2019, dell’1,65% per il 2020 e dell’1,95% per 2021. Partendo da un dato della retribuzione media annuale di 32.600 euro lordi, alla fine si avrà un incremento di 32 euro mensili per il primo anno, di 40 per il secondo e di 49 per il terzo.

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