Lo spettacolo indecente che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda tutti gli schieramenti politici. Il vostro agire attento solo agli interessi personali e di partito trascurando quelli del paese ci sta portando al disastro e sta danneggiando la reputazione dell'Italia.
Comincia con queste parole il singolare "manifesto" pubblicato sulle pagine centrali di gran parte dei quotidiani italiani a firma dell'imprenditore Diego Della Valle. Un vero e proprio "j'accuse" nei confronti dell'intera classe politica italiana, diffuso grazie all'acquisto di spazi pubblicitari (con ogni probabilità inizialmente destinati a qualche prodotto del brand Tod's), che ha scatenato un vero e proprio mare di polemiche, suscitando reazioni contrastanti e risposte al vetriolo.
Ma andiamo con ordine, mostrandovi la lettera integrale dell'imprenditore toscano, il quale, dopo la dura introduzione, sferra altri "colpi bassi" al sistema politico istituzionale:
Rendetevi conto che tanti Italiani non hanno più nessuna stima e nessuna fiducia in molti di Voi e non hanno più nessuna intenzione di farsi rappresentare da una classe politica che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà delle cose e dai bisogni reali dei cittadini. La grave crisi che ha colpito le economie mondiali, Italia compresa, impone serietà, competenza, buona reputazione, senso dello Stato ed amore per il proprio Paese, per uscire da questo momento molto preoccupante. Invece, purtroppo, bisogna prendere atto che solo una piccola parte dell’attuale classe politica possiede queste caratteristiche, mentre il resto è composto da persone incompetenti e non preparate che non hanno nessuna percezione dei problemi del Paese, della gravità del momento e tantomeno una visione mondiale degli scenari futuri che ci aspettano. Anche una parte del mondo economico del Paese (intendo quella che non vive di mercato e di concorrenza) ha le sue gravi responsabilità della condizione in cui ci troviamo ora: per troppo tempo ha infatti avuto rapporti con tutta la politica (in base alle opportunità e alle loro convenienze del momento) sostenendola in tanti modi, senza mai richiamarli al senso del dovere e nell’interesse dell’Italia. Ora la gravità della situazione impone che le componenti della società civile più serie e responsabili, che hanno veramente a cuore le sorti del Paese (politici-mondo delle imprese-mondo del lavoro) si parlino tra di loro e si adoperino e lavorino per affrontare con la competenza e la serietà necessaria questo difficile momento. Bisogna dare prospettive positive per il futuro dei giovani, creare e proteggere posti di lavoro e garantire a tutti una vita dignitosa, soprattutto a chi ha più bisogno.
Alla parte migliore della politica e della società civile che si impegnerà a lavorare seriamente in questa direzione, credo che saremo in molti a dire grazie. A quei politici, di qualunque colore essi siano, che si sono invece contraddistinti per la totale mancanza di competenza, di dignità e di amor proprio per le sorti del paese, saremo sicuramente in molti a volergli dire di vergognarsi.
Insomma, una invettiva durissima e allo stesso tempo estremamente precisa, che arriva il giorno dopo il manifesto degli industriali e nel pieno di quello che sembra essere un vero e proprio scontro istituzionale fra il Ministro Maroni ed il Presidente della Repubblica. Ma soprattutto una mossa che si inserisce in un momento estremamente delicato per la politica italiana, con la "fronda anti – casta" che sembra aver conquistato ampi strati dell'opinione pubblica. Ed è proprio su tale aspetto che si concentrano le voci critiche e le posizioni dissonanti. Se infatti La Russa si limita a constatare che "Della Valle ha bisogno di pagare per farsi ascoltare", più diretta è la replica del Presidente del Partito Democratico Rosy Bindi che, dapprima ironizza sulle modalità di diffusione dell'appello, poi è ancora più esplicita, con un riferimento alla recentissima esperienza politica dell'imprenditore: "Si potrebbe anche chiedere se tra quei pochi politici bravi è ancora convinto che ci sia Mastella, visto che è stato un socio sostenitore".
Insomma, che Della Valle abbia scelto un metodo inusuale è abbastanza pacifico, così come il fatto che tale reprimenda stoni quantomeno con i suoi primi "passaggi" in politica, che lo hanno visto appoggiare uno dei "massimi esponenti" di una certa prassi politica (per carità, legittimamente); quello che però sarebbe interessante domandarci è altro: Si può per una volta discutere nel merito? Siamo in grado di analizzare la questione al di là della propaganda e degli interessi di bottega? Ma soprattutto, visto che siamo essenzialmente tutti d'accordo sulle disfunzioni di un sistema insostenibile, siamo in grado di cambiare le cose?