Diciotti, Salvini insiste: “Sui barconi ci sono terroristi infiltrati, ho difeso il mio Paese”
"Il Senato e gli italiani devono decidere se sto facendo qualcosa che è nell'interesse del popolo italiano o no. Ci sono segnalazioni precise che sui barconi si infiltrano spacciatori, delinquenti, terroristi. In Tunisia ci sono almeno 3mila combattenti islamici. Ad ogni barcone che arriva in Italia illegalmente dirò di no. Se per qualche magistrato è sequestro di persona per me è difendere i confini del mio Paese". Lo ha detto questa sera Matteo Salvini a ‘Dimartedì' su La7, parlando richiesta di autorizzazione a procedere sul caso Diciotti, che verrà votata domani, prima dalla Giunta per le Elezioni e le immunità parlamentari del Senato e poi, sulla relazione della Giunta, si esprimerà il Senato. Palazzo Madama deciderà sull'eventuale processo al ministro degli Interni, accusato di sequestro di persona e abuso d'ufficio. La notizia delle presunte infiltrazioni di pericolosi criminali a bordo di nave Diciotti era stata diffusa oggi dal Viminale, per giustificare l'operato del governo.
"Qualche altro ministro è stato indagato perché grattava, io perché difendo il mio Paese, c'è una bella differenza" – ha detto ancora a sua difesa – Non finiscono in galera gli spacciatori e vi finisce il ministro che difende gli italiani, ma io lo faccio e lo rifaccio, non è un problema. Amen". Il ministro ha poi aggiunto: "l'inchiesta non mi toglie il sonno". Salvini ha detto che si presenterà alla Giunta delle elezioni e delle immunità: "Quando mi chiameranno, certo è mio dovere". Questa sera il vicepremier leghista ha parlato ai deputati e ai senatori del Carroccio riuniti in assemblea al Senato, sottolineando di aver comunque agito da ministro degli Interni.
A proposito poi dell'esponente pentastellato Alessandro Di Battista ha detto: "Lo stimo, mi piace, poi ha fatto una vita che mi porta a invidiarlo, perché è stato con la sua compagna e il suo bimbo per mesi tranquillo, a scoprire posti nuovi nel mondo, che io da ministro dell'Interno non posso scoprire. Sono contento che sia tornato in Italia a dare il suo contributo, perché c'è bisogno di gente che dia una mano. Non ho nessun timore".
Sul caso della nave Sea Watch 3, ferma al largo di Siracusa, la sua linea non cambia: "Fino a ieri l'Europa se ne fregava guarda caso nelle scorse ore la Commissione europea ha cominciato a muoversi, la Germania ha offerto disponibilità: vuole dire che la nostra linea paga. I 47 – ha ribadito – sbarcheranno quando l'Europa si ricorderà di esistere e farà la sua parte. Oggi abbiamo risvegliato il buon cuore della Germania". Poi ha commentato la notizia anticipata dal premier Giuseppe Conte questa sera da Cipro, il quale ha annunciato la disponibilità per il ricollocamento dei migranti della nave della ong da parte di Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta: "Era il nostro obiettivo". Il caso Sea Watch sarà al centro del vertice di questa sera tra i due vicepremier e il presidente del Consiglio.