Diciotti, ministro Bonafede: “Gesto di Giarrusso non è da senatore della Repubblica”

"Il gesto del senatore Mario Giarrusso è sicuramente sbagliato, un senatore della Repubblica non deve permettersi di farlo". Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, a proposito del gesto delle manette fatto dal senatore del M5s oggi, all'uscita dall'aula dove si è riunita la Giunta per le immunità di Palazzo Madama. Giarrusso si è rivolto ai senatori Pd, riuniti per protestare contro la decisione di ‘salvare' Matteo Salvini dal processo per il caso Diciotti. Mentre i parlamentari dem gli urlavano contro "Onestà, onestà', ‘buffone, dimmettiti', il pentastellato ha incrociato i polsi, alludendo alla situazione dei genitori di Matteo Renzi, da ieri agli arresti domiciliari. Giarrusso poco prima aveva detto: "Io non ho i miei genitori agli arresti domiciliari. Sono loro che dovrebbero vergognarsi per quello che hanno fatto loro e i loro parenti per distruggere l'Italia".
Più morbido nei suoi confronti è stato il vicepremier Luigi Di Maio, intervenendo questa sera a ‘Di Martedì': "A Giarrusso credo che gli sia scappata un po' di mano la situazione per la pressione: lì c'erano i senatori del Pd che protestavano, che urlavano contro Giarrusso".
"Seppure non in sede del consiglio dei ministri, la decisione sulla Diciotti è stata presa dal ministro dell'Interno Salvini che l'ha condivisa con il premier Conte, con il Ministro dei Trasporti Toninelli e con l'altro vice premier Di Maio" ha osservato poi Bonafede, che ha anche assicurato: "Il Movimento 5 Stelle non è cambiato, perché continua a dare ai cittadini la parola, come in questo caso dove abbiamo avuto il record di votazioni".
Poi ha aggiunto: "Non consideriamo questo voto su Rousseau un mercato delle vacche o come un sondaggio. Sono cittadini che hanno partecipato a una consultazione dopo essere stati informati. Un notaio ha certificato la votazione, che si è svolta rispettando le indicazioni del garante della privacy. La valutazione su eventuali espulsioni dei parlamentari che decidessero di non seguire l'indicazione del Movimento, spetta ai probiviri".