Di quanto possono aumentare gli stipendi degli statali con il rinnovo del contratto collettivo 2024
Gli stipendi dei dipendenti statali potrebbero crescere presto: i negoziati per il rinnovo dei contratti collettivi del periodo 2022-2024 è in fase avanzata, e le cifre che iniziano a circolare parlano di circa 160 euro lordi al mese in più. Anche se chi ha già ricevuto un anticipo a dicembre 2023 deve tenere a mente che si parla dell'aumento complessivo, e quindi otterrà solo la differenza rispetto a quell'anticipo.
Per le diverse categorie di dipendenti pubblici, peraltro, le trattative sono in fasi diverse. Il contratto delle Funzioni centrali – che riguarda i dipendenti dei ministeri, chi lavora nelle agenzie tecniche come l'Inps e quelle fiscali come l'Agenzia delle Entrate, ma anche i dipendenti degli enti economici – è in via di definizione. Ci sono delle ipotesi anche per gli enti locali, inclusi i dipendenti comunali, per la sanità e per la Sicurezza e difesa (come polizia e carabinieri). Più indietro, invece, i Vigili del fuoco (trattative al via domani 16 luglio) e soprattutto la scuola, ancora in attesa delle ultime decisioni dal ministero.
Concretamente, per dipendenti delle Funzioni centrali l'ipotesi è di un aumento lordo da 159 euro al mese. Come sempre, i funzionari invece possono aspettarsi un incremento leggermente maggiore: 170 euro lordi. Per gli enti locali, invece, i dipendenti dei Comuni possono aspettarsi un aumento da 136 euro.
Nel settore della sanità – che, come quello dell'istruzione, ha firmato da alcuni mesi il rinnovo del 2019-2021 – si parla di 158 euro al mese: scatteranno anche i sei euro al mese legati all'indennità Pronto soccorso, che è cresciuta. Per quanto riguarda la scuola, invece, come detto si aspetta ancora l'atto di indirizzo con cui i due ministeri coinvolti (Istruzione e Università) devono fissare i paletti per le trattative. Infine c'è il comparto Sicurezza, che va dall'esercito alla polizia: qui si parla di 156 euro lordi di aumento, che però potranno arrivare fino a 195 euro con delle risorse apposite destinate dal governo.
Nelle trattative sul contratto Funzioni centrali ci sono state diverse discussioni sugli aumenti economici, contestati da alcuni sindacati con ragionamenti che si applicano a tutti i settori: le somme stanziate dall'esecutivo con l'ultima manovra, 8 miliardi di euro, hanno permesso di avviare i negoziati per i contratti del periodo 2022-2024, ma non bastano lontanamente per recuperare il potere d'acquisto perso dai dipendenti pubblici con l'esplosione dell'inflazione negli ultimi due anni. Per di più, considerando le strettezze che il governo dovrà affrontare nella prossima legge di bilancio, sembra plausibile che i rinnovi dei contratti collettivi torneranno a rallentare proprio per mancanza di risorse.
A suscitare interesse sul nuovo contratto invece sono state le norme sullo smart working. Potrebbero infatti reintrodurre diverse regole che erano state varate per legge nel periodo della pandemia da Covid-19, ma poi sono state cancellate successivamente: ad esempio superando l'idea che si debba lavorare perlopiù in presenza, e privilegiando lavoratori fragili e genitori di under 14.