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Pensioni

Di quanto aumentano le pensioni con la rivalutazione Inps nel 2025

Nel 2025 l’importo delle pensioni salirà grazie alla rivalutazione Inps basata sull’inflazione. Si possono fare delle stime indicative – anche se non ufficiali – su quanto sarà consistente questo aumento: circa l’1,6%. È già chiaro che sarà decisamente più ridotto rispetto agli ultimi due anni, dato che l’inflazione è scesa molto.
A cura di Luca Pons
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La rivalutazione Inps delle pensioni nel 2025 potrebbe portare un aumento degli assegni pari a circa l'1,6%. Questa è la percentuale che, osservando i dati Istat, potrebbe spettare ai pensionati per mantenere la propria mensilità al passo con l'aumento dei prezzi. Va ricordato che mancano ancora oltre due mesi alla fine dell'anno, e le stime per il momento sono solo indicative. In ogni caso, due cose dovrebbero essere confermate. La prima è che la rivalutazione nel 2025 porterà un aumento molto più contenuto rispetto a 2023 e 2024. La seconda è che quest'anno chi ha un assegno più alto non subirà gli stessi tagli degli scorsi anni; potrebbero esserci delle riduzioni nella rivalutazione, ma in ogni caso saranno meno drastiche.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni

La rivalutazione delle pensioni avviene tutti gli anni: la effettua l'Inps, che fa salire l'importo degli assegni quanto serve per mantenere uguale il loro potere d'acquisto. Quindi, se i prezzi sono cresciuti molto nell'anno precedente (e per misurarlo ci si basa sui dati Istat relativi all'inflazione), anche le pensioni salgono parecchio. È ciò che è avvenuto nel 2023 e anche quest'anno: a inizio 2024, gli assegni sono aumentate fino al 5,4%.

Nel corso di quest'anno, però, l'inflazione ha decisamente rallentato. Soprattutto in Italia, uno dei Paesi in cui ha raggiunto il livello più basso all'interno della zona Euro. Questa è una buona notizia per chi fa acquisti, perché significa che i prezzi sono saliti molto meno che negli anni scorsi. Di contro, però, significa anche che i pensionati vedranno un aumento ben più ridotto nel cedolino: probabilmente circa l'1,6% in più, come detto. Significherebbe che, per una pensione da mille euro al mese, ci sarebbe un aumento di 16 euro.

Chi subirà tagli alla rivalutazione 2025

Chi invece vedrà un cambiamento in positivo rispetto gli scorsi anni sono le persone che ricevono pensioni medio-alte. Sia che nel 2023 che nel 2024, infatti, per risparmiare il governo Meloni ha deciso di ‘tagliare' la rivalutazione. Chi prendeva tra quattro e cinque volte l'assegno minimo (ovvero, quest'anno, tra 2.100 euro e 2.600 euro lordi al mese circa) ha invece avuto solo il 90% della rivalutazione. Tra cinque e sei volte l'assegno minimo (quindi fino a 3.100 euro lordi di assegno, circa) hanno avuto il 75%. E così via, fino a chi prendeva oltre dieci volte l'assegno minimo (più di 5.200 euro lordi), che ha avuto solo il 32%.

Quest'anno, sia perché gli aumenti saranno più contenuti, sia forse perché il taglio delle rivalutazioni è finito davanti alla Corte costituzionale e rischia di essere dichiarato incostituzionale, il governo ha cambiato linea. Il ministro Giorgetti ha affermato che "sulle pensioni c'è la rivalutazione piena" e che "il meccanismo di sterilizzazione che era in vigore non c'è più". Non è del tutto chiaro cosa significherà questo: la soluzione più probabile è che entri in vigore la rivalutazione che avrebbe dovuto partire nel 2023, e che poi era stata rimandata. Questo significherebbe che tutti fino a quattro volte l'assegno minimo avrebbero la piena rivalutazione; per la parte di assegno tra quattro e cinque volte il minimo ci sarebbe il 90% della rivalutazione; e per la parte di pensione sopra questa soglia solo il 75%.

A proposito di assegno minimo, naturalmente aumenteranno anche le pensioni minime, come tutte le altre, L'importo, stando alla rivalutazione, dovrebbe arrivare tra i 620 e i 630 euro. Da Forza Italia però arriveranno pressioni nelle prossime settimane per aumentare l'importo, anche se sembra possibile farlo salire solo di poche e decine di euro.

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