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Di quanto aumenta lo stipendio dei dipendenti delle Poste con il nuovo contratto: tutte le novità

Aumento da 230 euro in arrivo per i lavoratori di Poste italiane. Anche se la firma non è ancora arrivata, questa è la cifra su cui hanno raggiunto un accordo azienda e sindacati nel rinnovo del contratto collettivo. C’è anche la possibilità di sperimentare la settimana corta a parità di salario.
A cura di Luca Pons
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I circa 120mila dipendenti di Poste italiane Spa arriveranno aumenti di stipendio del valore di 230 euro. Oggi i sindacati e l'azienda hanno raggiunto un accordo che, anche se non equivale a una firma definitiva, segna la strada per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto lo scorso dicembre. Il nuovo contratto sarà valido per il periodo 2024-2027. Oltre all'aspetto economico, si prevede anche la possibilità di sperimentare la settimana corta – nove ore di lavoro per quattro giorni a settimana – a parità di salario. Da settembre in poi, i dipendenti si riuniranno nelle assemblee dei lavoratori per discutere e votare l'accordo raggiunto: in caso di approvazione si passerà alle firme.

Per quanto riguarda l'aumento di stipendio, sui 230 euro annunciati la maggior parte (192 euro) è l'aumento sui minimi tabellari per il livello di riferimento C. Una crescita leggermente al di sopra, in media, rispetto a quella dettata dall'inflazione: se si fosse solamente compensato l'aumento dei prezzi, infatti, il rialzo dello stipendio avrebbe dovuto essere di 140 euro. Così, invece, si prevede che aumenti anche il potere d'acquisto. Il resto dell'aumento, cioè 38 euro, si divide tra un incremento del valore dei buoni pasto, del fondo sanitario e del fondo previdenziale per i prossimi anni. In più, l'accordo contiene anche la previsione di un bonus una tantum da mille euro per i dipendenti quando sarà sciolta la riserva.

Ci saranno poi novità anche per quanto riguarda i genitori e le regole del part time, ancora da dettagliare. Sull'organizzazione dell'orario di lavoro si apre anche alla possibilità di sperimentare una modalità che in Italia è ancora poco diffusa: la settimana lavorativa breve, cioè quella organizzata su quattro giorni di lavoro da nove ore ciascuno. Il contratto prevede che si possa anche provare a ridurre l'orario di lavoro a parità di salario, sempre in via sperimentale.

Soddisfatti i vertici dell'azienda: l'ad Matteo Del Fante ha detto che "l'obiettivo comune" era di "migliorare i livelli retributivi dei nostri 120mila dipendenti, sostenendone il potere d'acquisto, e contribuire al percorso di crescita dell'azienda". La presidente Silvia Rovere ha complimentato "i rappresentanti dei lavoratori che hanno affrontato questo negoziato con grande senso di responsabilità. Il direttore generale Giuseppe Lasco ha parlato di una "pietra miliare di una strategia più ampia con la quale Poste Italiane ha messo la valorizzazione delle persone al centro dello sviluppo delle proprie attività".

Commenti positivi anche da parte dei sindacati. Il segretario della Cisl Luigi Sbarra ha commentato: "Complimenti alla Slp Cisl che si è battuta con coerenza e determinazione per questa intesa moderna ed innovativa che prevede aumenti di salario significativi ed il pieno recupero dell’inflazione, rafforza partecipazione, informazione e formazione dei lavoratori, oltre ad estendere nuovi diritti e tutele su parità di genere, genitorialità, contrasto alle molestie, diritto allo studio". Il segretario nazionale della Slc Cgil, Nicola Di Ceglie, ha affermato che "la sperimentazione della settimana corta, con possibile riduzione oraria a parità di salario, è una nuova frontiera che va incontro al miglioramento della qualità di vita dei lavoratori". Claudio Solfaroli Camillocci, segretario di Uilposte, ha detto che è stato "pienamente raggiunto l’obiettivo"

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