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Di Pietro candida il figlio in Molise e fa arrabbiare il circolo dell’Idv di Termoli

Tutto il gruppo di Termoli dell’Idv ha abbandonato il partito in contrasto con la decisione di candidare Cristiano Di Pietro. Dall’Italia dei Valori rispondono che in realtà i motivi del contrasto riguardano il nome del candidato capolista.
A cura di Antonio Palma
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Antonio Di Pietro

Di Pietro  è sempre intento nel tessere alleanze e criticare le linee del centrosinistra, ma questa volta è lui che deve difendersi dagli attacchi dei suoi stessi uomini. E’ scontro, infatti, tra il leader dell’Italia dei Valori e il gruppo termolese del partito. Il motivo del contendere è la lista dei candidati da presentare alle prossime elezioni regionali del Molise che si terranno il 16 e 17 ottobre. A schierarsi contro l’ex magistrato, è tutto il circolo di Termoli che ha lasciato in blocco il partito accusando Di Pietro di nepotismo, avendo messo in lista il figlio Cristiano.

Al gruppo di Termoli non è proprio piaciuta la scelta di mettere in lista il figlio del capo, non solo per il fatto in sé, ma anche perché, a loro dire, sono state diverse le scelte fatte solo per favorirlo durante le elezioni. Insomma per i termolesi gli uomini messi in lista avrebbero scarso peso proprio per avvantaggiare Cristiano Di Pietro.

Al circolo dell’Idv di Termoli non sono stati certo diplomatici, anzi hanno lanciato parole di fuoco contro il loro leader, accusandolo di voler imporre un meccanismo familistico e privatistico all’interno del partito. Addirittura lo hanno accomunato a Bossi che analogamente ha lanciato la candidatura del figlio, ma anche all’odiato Berlusconi che ha candidato show girl e amiche, come la Minetti.

Ovviamente il diretto interessato no ci sta è spiega come il figlio abbia tutto il diritto di entrare in lista dopo aver fatto anni di gavetta. Di Pietro è stato chiaro “Cristiano ha fatto e deve fare tutte le trafile, al pari degli altri”, ricordando che è stato per cinque anni consigliere comunale e altrettanti consigliere provinciale sempre chiedendo il voto personalmente, per l’ex Pm “il figlio del politico non deve essere avvantaggiato”, però anche lui  deve poter “misurare il proprio consenso direttamente chiedendolo ai cittadini”.

In realtà la polemica attorno a Cristiano sembra solo un aspetto di una grossa partita giocata da mesi attorno al nome dei candidati da presentare. In particolare il gruppo di Termoli era interessato a candidare come capolista  l’ex sindaco della città, Vincenzo Greco, candidato anche in altre occasioni dal partito, anche se indipendente. E proprio questa sorta di indipendenza del candidato ha fatto litigare le due compagini del partito, infatti, se per i termolesi era un vantaggio per ottenere un consenso più ampio, per i dipietristi era una condizione sfavorevole in quanto per mantenere questa indipendenza il candidato si chiamava fuori da un percorso di lungo periodo  con il partito.

Un altro aspetto della vicenda che non è andato giù al circolo locale è che al posto del loro candidato sia stato imposto addirittura un uomo esterno, Antonio D’Ambrosio, proveniente dal Pd e non proprio amico di Greco. Quando si parla di elezioni si sa le discussioni si fanno sempre più roventi e Di Pietro non è uno che si tira indietro o sa usare la carta della diplomazia.

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