Di Maio vuole introdurre il vincolo di mandato: “No a mercato vacche”. Ma il Pd risponde picche
L’accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sul vincolo di mandato non c’è. Il capo politico pentastellato, Luigi Di Maio, però, non si rassegna. E prova a lanciare e rilanciare l’idea di introdurre il vincolo di mandato. Ma i dem fanno spallucce e sembrano proprio non voler ascoltare il loro alleato di governo. Il vincolo di mandato non esiste in Italia e questa sua assenza viene disciplinata direttamente dalla Costituzione, dall’articolo 67 che recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. L’obiettivo di Di Maio, dunque, sembra essere quello di cambiare la Carta. Ipotesi che, però, sembra destinata a naufragare.
Di Maio ha proposto di introdurre il vincolo di mandato parlando da New York e commentando il passaggio della senatrice Silvia Vono dal M5s a Italia Viva: “È il momento di introdurre il vincolo di mandato – afferma – sono consapevole che questo argomento non è nel programma di governo, però ne parlerò col Pd, perché per me dobbiamo mettere fine a questo mercato delle vacche, sia dei parlamentari che passano in altri gruppi, sia dei gruppi che li fanno entrare”. E il capo politico del M5s va oltre, annunciando che chiederà alla senatrice Vono di pagare un risarcimento da 100mila euro per aver cambiato gruppo: “Avvierò la procedura prevista dal M5s per chi passa in altri gruppi e chiederò il risarcimento di 100mila euro, come fatto in passato anche per altri”.
Il Pd dice no al vincolo di mandato
Ma dal Pd arrivano risposte negative e chiusure totali alla proposta di Luigi Di Maio. Il primo a replicare è il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci: “Mi auguro che Di Maio avesse voglia di scherzare, quando ha detto che parlerà con il Pd per introdurre il vincolo di mandato. L'assenza di esso, sancita dalla Costituzione, ha ancora un valore importantissimo. Almeno fino a quando esisteranno partiti aziendali, l'articolo 67 garantisce una libertà di azione necessaria per poter svolgere le proprie funzioni senza pressioni e ricatti esterni”. Posizione confermata anche dal capogruppo alla Camera, Graziano Delrio. E dall’esponente di Italia Viva, Ettore Rosato: “Eviterei di fare del male alla nostra Costituzione”.
Di Maio ci riprova sul vincolo di mandato
In serata, durante la registrazione della puntata di Porta a Porta, Di Maio prova a rilanciare il tema: “Troviamo una soluzione per evitare che si tradiscano i principi della libertà dell'individuo ma per tutelare i cittadini di fronte a chi tradisce gli italiani. Non voglio andare al muro contro muro nel governo ma proporrei un foro con dei costituzionalisti per trovare una soluzione contemperando la libertà della persona con la fedeltà di chi è stato eletto”. Di Maio ricorda, inoltre, che ci sono “tante proposte sul campo, siamo aperti al dialogo”.
Ma i no alla sua proposta arrivano anche dall’interno del M5s, come dalla senatrice Elena Fattori: “L’assenza del vincolo di mandato in Costituzione è stato pensato dai nostri padri costituenti dopo il fascismo. È una tutela a garanzia della libertà dei rappresentanti eletti del popolo a non adeguarsi a eventuali imposizioni ignobili da parte dei capi partito. Mai come in questa epoca di forze politiche fluide, incoerenti e soggette a derogare a principi acquisiti di libertà, uguaglianza e diritti umani è importante mantenere questo baluardo. Avendo vissuto la barbarie di 14 mesi di follia legislativa leghista con annesse ‘ritorsioni' a chi non si piegava ai diktat calati dall'alto mi opporrò con tutte le mie forze a una riforma di quell'articolo costituzionale. La democrazia non è mai stata così frangile e va tutelata”.
Fioramonti gela Di Maio: sono contrario
A dimostrare che anche nel M5s c'è chi è contrario all'introduzione del vincolo di mandato interviene anche il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti: "Io sono contrario al vincolo di mandato. Le nostre preferenze, come esseri umani, non sono esogene ma sono endogene al dibattito. Noi ci stiamo confrontando, le nostre idee cambiano e se io dovessi attenermi a un mandato venuto da fuori, non potrei interagire. Sarei come Sallusti che è venuto con idee preconfezionate", afferma a Piazza Pulita, su La7. E a chi gli chiede se lo ha riferito a Luigi Di Maio, Fioramonti risponde: "Certo, Di Maio lo sa".